Giovane elegante, decide di dire addio alla vita mondana ed entra in convento. Da sempre innamorato di Gesù e della fede, durante la sua breve esistenza a Lui tutto si dona. È patrono della Regione Abruzzo.
Il lutto per la morte della sorella gli fa trovare rifugio in Maria, devozione che coltiva da sempre.
In questo ventisettesimo giorno del mese di febbraio, la chiesa venera San Gabriele dell’Addolorata. Francesco (questo era il suo nome di battesimo) nasce ad Assisi, città che il padre Sante Possenti, nobile ternano e governatore pontificio sotto Gregorio XVI prima, e Pio IX dopo, viene incaricato di presiedere.
Segue i vari spostamenti che la professione paterna comportava. Questo fino a quando si stabiliscono a Spoleto dove Francesco, ospite del collegio dei Gesuiti annesso alla Chiesa di Santa Maria della Concezione, frequenta gli insegnamenti dei Fratelli delle scuole cristiane e dei Gesuiti stessi. Conduceva una vita normale per un ragazzo della sua età e della sua epoca. Era noto per la sua personalità affettuosa ed estroversa.
Ancora ragazzino si ammala e promette che sarebbe diventato religioso se fosse guarito. Guarisce per ben due volte, ma egli procrastina questo impegno. Francesco riesce bene a scuola, nonostante un’infanzia marcata dalla morte di tre sorelle e soprattutto della madre.
Durante la processione dell’icona del duomo di Spoleto, il 22 agosto 1856, Francesco sente una voce interiore che lo invita a lasciare la vita borghese per farsi religioso passionista. Il padre, Sante Possenti, gli presenta forti difficoltà, ma Francesco è in grado di vincere tutti i suoi argomenti e di persuaderlo della natura genuina della propria vocazione religiosa.
Francesco prende i voti nella comunità passionista assumendo il nome di “Gabriele dell’Addolorata”, assecondando la devozione per la Madonna Addolorata radicata in lui fin dall’infanzia, ispirata da una statuetta della Pietà che la madre conserva in casa. Al termine del noviziato pronuncia il voto tipico dei passionisti: diffondere la devozione al Cristo Crocifisso e in seguito anche alla Vergine Addolorata.
Sono descritte in dettaglio le vie seguita per raggiungere l’unità con la Passione di Cristo e i dolori di Maria, conseguendo così la perfezione secondo la regola passionista. Verso gli ultimi due anni, quando era già in comunità a Isola del Gran Sasso d’Italia, viene colpito dalla tubercolosi ossea, ma si sforza sempre di seguire in tutto la vita regolare conventuale compatibilmente con la sua situazione di malattia.
Fino a due mesi precedenti la morte segue le celebrazioni liturgiche. Mantiene fino alla fine la sua abituale serenità di animo, al punto che gli altri confratelli sono desiderosi di passare del tempo al suo capezzale, oltre ai normali doveri di assistenza.
Gabriele si rassegna totalmente alla sua morte imminente. Prima che potesse venire ordinato sacerdote, per motivi di salute, muore, all’età di soli 23 anni, nel suo monastero passionista, stringendo al petto un’immagine della Madonna Addolorata.
LEGGI ANCHE: Gran Sasso, inaugurato il “Sentiero dei due Santi”: segno di ripartenza
O Signore,
che hai insegnato a San Gabriele dell’Addolorata
a meditare assiduamente i dolori della tua dolcissima Madre,
e per mezzo di lei lo hai elevato alle vette più alte della santità,
concedi a noi, per la sua intercessione e il suo esempio,
di vivere tanto uniti alla tua Madre addolorata
da goderne sempre la materna protezione.
Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre,
nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
LEGGI ANCHE: Oggi 27 febbraio: San Gabriele dell’Addolorata e le sue amate mamme in Cielo
I Santi ci hanno lasciato in eredità molti insegnamenti, spunti di riflessione e preghiere. Quella…
“Insegnami a contemplarti”. È la preghiera della sera da recitare questo Giovedì per meditare sulla…
Per San Bernardo di Chiaravalle, il Natale è il momento in cui si incontrano l'amore…
Il panettone è il simbolo del Natale, allora facciamoci stupire dal racconto che ne fa…
Nell'Angelus di oggi papa Francesco ha ricordato l'esempio di Santo Stefano, testimone sublime della volontà…
La Sacra Sindone, custodita a Torino, rappresenta una delle reliquie più enigmatiche e dibattute della…