La Chiesa oggi celebra i Santi Sette Dormienti di Efeso che dopo il martirio riposarono in pace aspettando il giorno della resurrezione.
Nella vicenda dei Sette Dormienti di Efeso c’è molto di fiabesco e leggendario. Fin dall’antichità ad Efeso era diffusa la venerazione ai Sette Dormienti, sulla tomba dei quali era stata costruita una chiesa, diventata meta di pellegrinaggi.
Si racconta che durante la persecuzione di Decio, sette giovani cristiani di Efeso avessero provato a fuggire dalla città per nascondersi in una grotta del monte. Ogni sera uno dei giovani, di nome Malco, scendeva in città travestito da mendicante per riportare alla grotta cibo e notizie. Un giorno annunciò che l’Imperatore Decio era arrivato ad Efeso, e che l’indomani ci sarebbe stata una battuta sul monte per catturarli.
Per prepararsi alla morre imminente, i sette giovani cristiani pregarono a lungo prima di addormentarsi placidamente nella grotta. Il giorno successivo, mentre ancora dormivano, l’imperatore diede ordine di murare l’entrata della grotta. I sette giovani vennero così considerati morti e pianti dai loro confratelli come Martiri.
L’incredibile risveglio dei Sette Dormienti
Trascorsero quasi 200 anni, fino all’epoca in cui a Costantinopoli regnava un Imperatore cristiano: Teodosio, che però nutriva dubbi sulla resurrezione dei morti. Proprio allora un pastore di Efeso ebbe l’ispirazione di trasformare la grotta murata dei sette giovani cristiani in un riparo per i suoi animali. Fu allora che accadde l’inaudito: una volta abbattute le pietre, i sette dormienti si risvegliarono, convinti di aver dormito una sola notte.
Verso sera Malco scese in città per acquistare il pane e a raccogliere notizie. Scambiato per un ladro, il giovane viene trascinato davanti al vescovo, al quale rivelò dove si nascondeva insieme ai suoi compagni. Il vescovo lo seguì fino alla grotta, dove trovò vivi e vegeti i sette creduti Martiri, «e le facce loro fiorite come rose». Così avvertì della cosa l’imperatore Teodosio.
Teodosio e la Resurrezione
Ecco ora come termina il racconto, come viene presentato dalla Leggenda Aurea di Jacopo Da Varazze, una delle fonti della vicenda dei sette dormienti assieme a Gregorio di Tours: «E sì tosto come i sette ebbero veduto Imperatore, risplendettero le facce come sole, ed entrato lo Imperatore, gittossi dinanzi ai piedi loro, glorificando Iddio… Allora disse uno de’ Santi: “Credi a noi che a le tue cagioni ci ha risuscitato il Signore, innanzi al gran dì de la resurrezione, acciò che tu creda senza verun dubbio”.
«E dette queste cose, veggendo tutti quanti, inchinarono i capi in terra e dormirono in
pace, e renderono gli spiriti loro secondo il comandamento di Dio».
Così si conclude la leggenda dei Sette Dormienti di Efeso, diventati giustamente i protettori di chi soffre d’insonnia.