San Vincenzo de Paul, o de’ Paoli, è stata un autentico gigante della carità nel mezzo del Grand Siècle, il «gran secolo» della storia di Francia, ricco di splendore quanto di corruzione.
Quello che fu uno dei più infaticabili operai nella vigna del Signore ha consacrato la sua vita ad assistere bambini e vecchi, poveri e ammalati, alle giovani e alle madri, galeotti e pazzi.
Quello che è noto come il «santo della carità» per eccellenza nasce a Pouy, in Guascogna (Francia), nel 1581. Di famiglia contadina, cresce va a fare il guardiano di porci. «Non sono che un povero porcaro», ripeterà spesso ricordando le sue umili origini, per frenare gli entusiasmi degli ammiratori e dei beneficiati dalla sua opera caritatevole.
A un certo momento però lascia i porci per andare a studiare sui libri a Dax, dai frati francescani. Poi si iscrive alla facoltà teologica di Tolosa e nel 1600 si fa prete. La prima decina di anni è piuttosto movimentata. Va più volte in pellegrinaggio a Roma, Parigi, a Tunisi (dove finisce prigioniero dei musulmani). Dopo la liberazione va a fare il parroco di campagna a Clichy.
La vocazione alla carità verso i più poveri
È in questo periodo che matura in lui il disegno della carità organizzata. Sostenuto da una schiera di amici (la famiglia Gondi, Philippe Emmanuel e la moglie Marguerite de Solly, Francesco di Sales…) inizia a occuparsi dei poveri e ad abbozzare la sua mistica di servizio ai poveri che trova realizzazione concreta nel 1617, a Lione, con la nascita delle Dame della carità.
Per qualche anno è cappellano generale delle galere. Dopodiché, nel 1625, istituisce la Congregazione della Missione per la formazione del clero con sede a Saint-Lazare, a Parigi (formando i cosiddetti “preti della missione” o “lazzaristi”). Roma la approverà nel 1663.
Attorno alle Dame della carità, che assistono i poveri del Grande ospedale di Parigi, nasce nel frattempo, grazie all’aiuto di Luise de Marillac, la popolare Compagnia delle figlie della Carità. Si tratta della prima congregazione religiosa senza obbligo di clausura e legata alla parrocchia.
Un “mix” di carità e organizzazione
Il segreto di San Vincenzo de’ Paoli? Quello di essere un concentrato di carità e di sapienza organizzativa. Il santo francese concepisce le sue opere di bene con la strategia di un piano di battaglia. Non tutte sono vittoriose, ma quelle che hanno successo si dimostrano travolgenti.
Nel frattempo diventa anche uno dei preti più stimati ed ascoltati nel Paese. Amico del potente – e temuto – cardinale Richelieu arriva ad avere un grande ascendente sulla reggente Anna d’Austria, oltre che sullo stesso re Luigi XIII che lo vuole accanto al proprio capezzale prima di morire.
Vincenzo ha il coraggio di rimproverare apertamente Richelieu per la sua indifferenza alla miseria dei poveri. «Monsignore — gli dice una volta in faccia — abbiate pietà di noi, dateci la pace».
Durante i giorni della «Fronda», quando il popolo parigini innalza barricate e il cardinale Mazarino cerca di ridurlo alla fame per piegare le proteste, San Vincenzo organizza a Saint-Lazare una mensa popolare arrivando a sfamare duemila persone al giorno.
Ministro della carità
La reggente Anna d’Austria gli affida l’incarico di Ministro della Carità. Così Vincenzo si adopera per organizzare su scala nazionale gli aiuti ai poveri. In quel periodo amministra enormi capitale. Si dice amministri più denaro dello stesso ministro delle Finanze. Ma a differenza di quanto accade oggi – o come è sempre accaduto – i soldi che passando dalle sue mani finiscono direttamente in quelle dei poveri.
Ai sacerdoti della sua congregazione è solito dire: «Amiamo Dio, fratelli miei, ma amiamolo a nostre spese, con la fatica delle nostre braccia, con il sudore del nostro volto».
Rinuncia a difendersi come Cristo in Croce
Come è facile immaginare, non mancano nei suoi confronti illazioni e malignità. Tanto che un giorno afferra la penna per difendersi dalle accuse. Ma straccia subito quanto scritto affermando «Miserabile, tu perdi il tuo tempo a difenderti, mentre Gesù è morto indifeso sulla croce».
Questo infaticabile operaio della carità non ha tempo da perdere. Sa che troppe miserie incombono: miserie materiali e miserie spirituali.
San Vincenzo amò visceralmente i poveri cercando di sollevarli dalla loro condizione con ogni mezzo. Ma visse sempre come uno di loro, anzi come il più povero dei suoi poveri. Così protesta vivacemente quando, ormai ottantenne, il suo fisico crolla sotto il peso dell’immane lavoro e viene trasferito in carrozza nella sede della Congregazione, come si usava coi ricchi.
Muore seduto su una sedia, come un lavoratore sfinito, il 27 settembre del 1660. Nel 1737 viene proclamato santo, mentre nel 1885 da Leone XIII lo dichiara patrono delle opere di carità.
Preghiera a San Vincenzo de’ Paoli
O Dio, che per evangelizzare i poveri e per promuovere il decoro dell’ordine ecclesiastico arricchisti il beato Vincenzo di virtù apostoliche, deh! concedi, che come ne veneriamo la pietà ed i meriti, così ne imitiamo gli esempi.