Autore di inestimabili trattati spirituali, San Luigi Maria Grignion da Montfort è stato uno dei più sublimi cantori della devozione a Maria.
Instancabile apostolo e missionario nella sua terra, gli scritti infuocati alla Vergine di questo “incendiario mariano” ispireranno il grande pontificato di Giovanni Paolo II.
Luigi Maria Grignion nasce a Montfort-sur-Meu, vicino a Rennes, nel 1673, da una famiglia numerosa e povera. Entrato nel seminario di Saint-Sulpice, vicino a Parigi, fin dagli inizi del suo ministero sacerdotale e missionario le sue audaci iniziative apostoliche incontrano numerosi ostacoli.
Nel 1706 intraprende un pellegrinaggio a piedi a Roma dove papa Clemente XI, impressionato dal suo zelo sacerdotale, gli conferisce il titolo di «missionario apostolico» e gli fa dono di un crocifisso. Forte dell’approvazione e del sostegno papale, prosegue la sua vita itinerante dedicandosi alle missioni popolari in Bretagna, Poitou e soprattutto in Vandea.
Instancabile e “incendiario” diffusore della devozione a Maria
Questo santo sacerdote è un instancabile apostolo del rosario, che fa recitare, e predica «la vera devozione alla Beata Vergine». Il suo segreto? Niente altro che quello di donarsi «interamente come schiavo d’amore a Gesù per mezzo di Maria».
Innamorato della Croce di Gesù, sul suo cammino non mancano certo incomprensioni e ostacoli. Anche da parte dei vescovi, ai quali però lui rimane sempre obbediente. Nulla sembra poter arrestare questo sacerdote dal cuore «in fiamme», questo «apostolo mariano degli ultimi tempi».
Luigi Maria Grignion da Montfort muore il 28 aprile 1716 all’età di 43 anni, durante quella che sarà la sua ultima missione. Tra le molte sue opere c’è anche la fondazione della Congregazione dei Missionari della Sapienza – o Monfortiani – e delle Figlie della Sapienza. A lui fanno riferimento anche i Fratelli dell’Istruzione Cristiana di San Gabriele, chiamati popolarmante Gabrielisti.
Il suo atto di consacrazione a Maria ha infuocato tante anime. Non è certo un caso che papa Giovanni Paolo II, che ha confidato di aver «tratto grande beneficio» dalla lettura della sua opera più famosa: il celebre Trattato della vera devozione alla Santa Vergine , abbia scelto come motto papale le parole del santo: Tuus totus ego sum, et omnia mea tua sunt («Sono tutto tuo, e tutto quello che ho è tuo»).
Dall’atto di consacrazione a Maria di San Luigi Maria Grignion da Montfort
«Vi scelgo oggi, in presenza di tutta la corte celeste, come Madre e Signora. Vi abbandono e vi consacro, in qualità di schiavo, il mio corpo e la mia anima, i miei beni interiori ed esterni, e il valore stesso delle mie buone azioni passate, presenti e future, lasciandovi completo e pieno diritto di disporre di me e di tutto quanto mi appartiene, senza eccezione, secondo il vostro beneplacito, per la maggior gloria di Dio, nel tempo e nella eternità».