Grazie alla sua intercessione avverrà una guarigione prodigiosa. Il fatto miracoloso avrà luogo alla morte del sacerdote e sarà davvero fulmineo.
Il Beato spenderà la sua vita per gli orfani dopo aver assistito i soldati sul cruento fronte della Prima Guerra mondiale.
Daniele Alessio Brottier nasce il 7 settembre 1876 a La Ferté-Saint-Cyr nella diocesi di Blois, sul fiume Loira tra Orléans e Tours. Fin dalla più giovane età mostra il desiderio di diventare sacerdote, oltre che una profonda pietà e una grande devozione alla Santa Vergine.
Entrato in seminario nel 1890, viene consacrato sacerdote a 23 anni, il 22 settembre 1899. Inizia a fare il professore nel Collegio ecclesiastico di Pontlevoy, ma ben presto sente la chiamata alla vita missionaria. Entra perciò nella Congregazione dello Spirito Santo ad Orly presso Parigi. L’anno successivo emette i voti religiosi e quasi subito parte per andare in missione in Senegal, colonia francese.
Il periodo della missione africana
Vi rimane per circa tre anni soltanto: violenti e continui attacchi di emicrania lo costringono infatti a fare rientro in Francia. Recuperata la salute, l’anno dopo decide di tornare nuovamente in Senegal.
Ma il male si ripresenta e lo colpisce una volta ancora con violenza costringendolo a tornare definitivamente in Francia.
In trincea durante la Prima Guerra mondiale
In patria fonda allora l’Opera del “Souvenir Africain” che si prefigge di erigere la cattedrale a Dakar, capitale del Senegal. Scoppiata la Prima Guerra mondiale, visto il suo passato come ex militare si propone come cappellano dell’esercito impegnato nel conflitto. Così dal 1914 al 1917 si prodiga con eroismo, senza curarsi del pericolo. dedicandosi all’assistenza dei soldati sui campi di cruente battaglie come quelle di Verdun, Fiandre, Lorena.
Negli lunghi anni passati al fronte si espone spesso a situazioni eccezionalmente pericolose per amministrare i sacramenti ai sofferenti e ai moribondi ogni volta che ne se ne presenta la possibilità.
Scampato quasi miracolosamente alla carneficina della “inutile strage”, come l’aveva definita papa Benedetto XV, Daniele attribuisce la propria sopravvivenza alla protezione di Santa Teresa del Bambin Gesù, per la quale nutre grande devozione. Del resto il vicario apostolico del Senegal lo aveva posto proprio sotto la particolare protezione della santa di Lisieux. Così passa cinquantadue mesi al fronte senza riportare ferite.
“Padre degli orfani” di Parigi
Finita la guerra fonda l’Unione Nazionale Combattenti. Ma diventa soprattutto famoso per la sua opera di carità concreta a beneficio degli orfani di Parigi, nel quartiere Auteuil. Fonda infatti e dirige per 12 anni l’Opera degli orfani apprendisti. Sarà capace di aumentarne numero e l’efficienza, tanto che grazie anche al suo impulso nel 1960 ci saranno oltre 2000 orfani e 20 istituti. Per questa sua instancabile attività lo chiamano il “padre degli orfani”.
Morirà il 28 febbraio 1936 a Parigi, estenuato dalle fatiche. Si racconta che alla sua morte, l’ex impiegata dell’orfanotrofio si sia rivolta a lui per implorarlo di guarirla dai dolori alle ossa: «Padre Brottier, se sei nel Cielo guariscimi!». La sua preghiera viene ascoltata in maniera eccezionalmente rapida: la guarigione giunge all’istante.
Papa Giovanni Paolo II lo ha beatificato il 25 novembre 1984.