Papa di origine africana, San Vittore difese con vigore l’ortodossia cattolica contro le eresie del suo tempo.
Quasi certamente morì da martire come quasi tutti i successori di Pietro dei primi tre secoli di vita della Chiesa.
Non si sa con certezza come Vittore sia approdato a Roma e in quale circostanza. Sappiamo invece che era di origine africana e che venne eletto Papa (il quattordicesimo della storia). Divenne così successore sulla cattedra di Pietro a Sant’Eleuterio, la cui morte avvenne nel 193 d.C.
Tra le poche notizie in nostro possesso sulla vita di San Vittore ce ne sono almeno due meritevoli di particolare attenzione. La prima è che Vittore fu il primo scrittore cristiano a usare nelle sue opere la lingua latina. Prima della svolta impressa dal Papa venuto dall’Africa nelle comunità cristiane si utilizzava il greco. Non il greco quello classico ma quello usato e parlato nelle comunità orientali dalle quali provenivano gli apostoli.
È dunque con San Vittore che il latino fa il suo ingresso nella Chiesa Cattolica, della quale diventerà la lingua ufficiale fino ai nostri giorni.
Difensore dell’ortodossia contro una pericolosa eresia
La seconda notizia fu la vigorosa lotta sostenuta da Vittore per difendere l’ortodossia cattolica. Infatti combatté con efficacia per contrastare l’adozionismo: un’eresia sostenuta da un certo Teodoto, un conciatore di pelli di Costantinopoli che andava predicando, e non senza riscuotere un certo successo da parte dei suoi seguaci, che Gesù non era Dio, ma soltanto un uomo perfetto mandato da Dio sulla terra.
In sostanza, secondo i sostenitori dell’eresia adozionista Gesù sarebbe stato solo un semplice uomo adottato da Dio come figlio e elevato al rango divino. Papa Vittore, richiamandosi alla propria autorità di successore di Pietro, si oppose con vigore alle eresie del suo tempo. Condannò l’eresia di Teodoto e scomunicò il suo sostenitore. Inoltre confermò il decreto di Pio I sulla celebrazione della Pasqua di domenica – dirimendo così una delle controversie più accese di allora in campo liturgico – e per mettere in pratica questa legge si tennero concili in diversi luoghi.
Vittore stabilì anche che in caso di necessità si potesse utilizzare per il battesimo qualunque acqua, a condizione che fosse naturale. Di questo pontefice rimangono una dissertazione sempre sulla questione della celebrazione della Pasqua e qualche altro opuscolo.
Molto probabilmente Vittore morì da martire negli ultimi anni del II secolo, versando il suo sangue per Cristo come quasi tutti i Papi dei primi trecento anni di storia della Chiesa. La data e le circostanze del suo martirio però ci sono del tutto ignote.