Sopravvive per miracolo alla morte, da ben due tentativi di ucciderlo. San Germano da Parigi è l’abate benedettino a cui è intitolato un importante quartiere della città.
Il celebre quartiere Saint-German-des-Prés a Parigi prende il nome da San Germano, monaco e poi abate benedettino che visse nell’abbazia onomima. Le maggiori informazioni sulla sua vita arrivano dal suo amico Fortunato di Poitiers, detto anche Venanzio Fortunato, che ne scrisse un’agiografia.
Il Martirologio Romano lo ricorda come abate di San Sinforiano ad Autun e successivamente vescovo di Parigi. Sottolinea che “mantenne uno stile di vita monastico, dedicandosi a una fruttuosa opera di cura delle anime“. Nella vita di San Germano ci furono molti ostacoli, tra cui due tentativi di omicidio, uno ancor prima che nascesse, da cui per grazia di Dio scampò. Si sa che nacque ad Autun verso la fine del V sec e che molto probabilmente era di famiglia agiata perché ebbe modo di studiare ad Avàllon.
Scampato all’aborto e poi ad un attentato
I pericoli per San Germano arrivarono già prima della nascita. Sembra infatti che la madre durante la gravidanza avesse tentato di abortirlo, ma non vi riuscì e il bambino nacque. Era evidentemente un figlio molto indesiderato perché poco dopo la sua nascita rischiò di morire avvelenato. Ma miracolosamente sopravvisse ad entrambi gli eventi.
Crescendo studiò sotto la guida di un cugino sacerdote e verso i 35 anni ricevette l’ordinazione sacerdotale dal vescovo della sua città natia, sant’Agrippino. Conduceva uno stile di vita molto austero unendo il lavoro alla preghiera, nel pieno spirito benedettino. Era animato anche da una grande carità che esprimeva verso i poveri e i bisognosi. Proprio per questo veniva chiamato “padre dei poveri“.
Le elemosine che elargiva erano grandi e si privava di molto del suo accontentandosi di poco per dare agli altri il necessario. Spesso si spogliava delle sue vesti per darle ai mendicanti e rimaneva vestito solo con una semplice tunica. Quando era abate a San Sinforiano gli altri monaci si ribellarono a questa sua grande generosità temendo che lui elargisse tutti i beni del monastero.
I miracoli di San Germano
Per intercessione di San Germano già durante la sua vita si verificarono miracoli. Si racconta che il re Chidilberto, convertito al cattolicesimo, fece convocare San Germano per chiedergli di aiutarlo nei suoi malanni e si ritrovò guarito da tutte le sue malattie. Ma cosa più importante, il Santo lo indirizzò verso un più corretto stile di vita dal punto di vista spirituale e quindi verso una conversione del cuore grande e significativa.
Cambiato, il re operò leggi giuste sradicando molte pratiche pagane che esistevano in quel luogo. Nel 555 Germano divenne vescovo di Parigi e fece costruire una chiesa con annessa un abbazia, il complesso di Sain – Germain- des- Prés, da cui prende il nome il grande e bel quartiere della Ville Lumiere.
Inizialmente la chiesa per suo volere era intitolata a San Vincenzo di Saragozza, del quale vi pose una reliquia, una stola appartenuta al santo spagnolo. A San Germano viene attribuito il rito gallicano in uso in varie parti d’Europa fino alla Riforma del XI secolo. Mantenne un legame liturgico con i riti delle Chiese mediorientali e in particolare quella siriaca.
Morì a Parigi il 28 maggio 576 e fu sepolto nella cappella di San Sinforiano. Qualche secolo dopo, nel 756, a seguito di una visione avuta da una pia donna, le sue spoglie vennero traslate in processione fino alla chiesa-abbazia che lui stesso aveva consacrato. Da quel momento il complesso architettonico prese il nome di Saint-Germain-des-Prés. Alla processione erano presenti anche Pipino il Breve e Carlo Magno, allora molto giovane.