Oggi la Chiesa celebra gli Apostoli Simone e Giuda, che avrebbero subito insieme il martirio in Persia dopo essere stati testimoni della resurrezione di Gesù.
Proprio questa è la gloria maggiore degli apostoli e di ogni discepolo del Signore.
Il Simone festeggiato oggi dalla Chiesa è il secondo discepolo del Signore a portare questo nome. Il primo – e più celebre – è il discepolo al quale Gesù ha cambiato il nome in quello di Cefa, vale a dire Pietro.
Il san Simone di oggi invece è Simone detto il Cananeo, o lo Zelota. È citato negli elenchi degli apostoli, ma su di lui le Scritture non dicono nulla. Una tradizione lo dà come missionario in Egitto e anche, secondo alcuni, in Inghilterra. Avrebbe subito il martirio in Persia. Un martirio che sempre secondo la tradizione deve essere stato molto cruento: San Simone sarebbe stato fatto a pezzi con una sega. Per questo motivo è solitamente raffigurato con questo strumento ed è invocato come patrono di boscaioli e taglialegna.
San Giuda Taddeo, il magnanimo
Anche il suo compagno, San Giuda, non deve essere confuso con l’omonimo Giuda Iscariota, l’apostolo infedele e traditore che vendette Gesù per trenta denari. Quello di oggi non è il «figlio della perdizione», ma Giuda fratello di Giacomo, detto Taddeo, ovvero «dal petto largo», che significa poi «magnanimo».
Prima che fosse associato a quello dell’apostolo traditore, il nome di Guida era uno dei più belli e gloriosi nella storia ebraica. Così si chiamava uno dei figli di Giacobbe, o Israele, e a Giuda venne intitolata una delle dodici Tribù di Israele. Nientemeno che quella dalla quale sarebbe nato, a Betlemme, terra di Giuda, il Messia. Anche Giuda Maccabeo, eroe della rivolta giudaica contro Antioco IV, e Giuda detto il Santo, avevano onorato questo nome. Come lo onorerà l’apostolo San Giuda, detto Taddeo.
Il «Santo degli impossibili»
Anche San Giuda Taddeo, conosciuto come il «Santo degli impossibili», appare nelle liste degli apostoli riferite da Marco, ma i vangeli non dicono niente di più su di lui. In un episodio evangelico viene menzionato come «fratello del Signore» (in realtà era cugino di Gesù da parte del padre Alfeo, fratello di San Giuseppe).
Nell’ultima cena rivolge a Gesù la domanda: «Signore come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?» (Gv 14, 22). E Gesù gli risponde: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole».
Maestro fermo e sapiente contro ogni discordia
Scrive una breve lettera (di appena 25 versetti) ma dal denso significato nella quale rimprovera aspramente i fomentatori di discordie. San Giuda Taddeo li chiama «nuvole senza pioggia portate via dai venti, o alberi di fine stagione senza frutto, due volte morti, sradicati; come onde selvagge del mare, che schiumano le loro brutture; come astri erranti, ai quali è riservata la caligine della tenebra in eterno».
Costoro, insiste l’apostolo, «sono sobillatori pieni di acredine, che agiscono secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce parole orgogliose e adùlano le persone per motivi interessati». La breve lettera fa intravedere in San Giuda Taddeo un maestro pieno di fermezza e sapienza, degno continuatore della missione affidata da Gesù agli apostoli.
Anche lui, dopo l’Ascensione del Signore, andrà infatti ad annunciare la Buona Novella al mondo. Qualcuno dice che avrebbe evangelizzato la Mesopotamia; altri dicono la Libia. Secondo la tradizione anche San Giuda Taddeo sarebbe stato martirizzato in Persia come San Simone Zelota, col quale si sarebbe incontrato dopo aver evangelizzato diverse regioni.
Preghiera ai Santi Apostoli Simone e Giuda
O Dio, che per mezzo dei tuoi beati Apostoli Simone e Giuda ci hai concesso di giungere alla conoscenza del tuo nome, concedici di celebrare con frutto la loro gloria eterna e di trarne profitto.