Patrona d’Italia e delle infermiere, Santa Caterina da Siena, inondò il mondo col fuoco dell’amore di Cristo.
Essere semianalfabeta non le ha impedito di diventare una delle poche donne che si sono viste proclamare Dottore della Chiesa.
Venuta al mondo il 25 marzo 1347 a Siena, ventiquattresima e ultima figlia di Jacopo Benincasa, tintore di pelli, e di Lapa Piagenti, Catterina nasce gemella (la sorellina però morirà subito). Sua madre vuole darla in sposa, ma Caterina le si presenta coi capelli tagliati e la testa coperta da un velo bianco. A 20 anni infatti una visione si era impressa per sempre nel suo cuore: quella della Vergine Maria che la presenta a Gesù, il quale le fa dono di uno splendido anello e le dice: «Io, tuo Creatore e Salvatore, ti sposo nella fede».
Il padre, dopo aver visto una colomba bianca posarsi sulla testa della figliola, finisce per cedere. E così Caterina riesce a farsi terziaria domenicana nel 1363.
Una vita divisa tra mistica, ascesi e lettere di fuoco
La vita di Caterina si divide tra casa, chiesa, ospedale della Scala e lebbrosario di San Lazzaro. Caterina diventa celebre non soltanto per l’impegno nella misericordia corporale, ma anche per la sua vita contemplativa, fatta di preghiera, meditazione, penitenza e ascesi mistica.
Sono celebri anche le sue estasi e le sue visioni. A cominciare da quella di città e fazioni in eterna disputa tra loro, come anche di una Chiesa divisa e corrotta, che la spinge a farsi promotrice di pace. È allora che comincia a dettare lettere vibranti, piene di accorati appelli alla pace, indirizzate a potenti e non. I suoi destinatari sono re, nobili, prelati, magistrati, ma anche comuni padri di famiglia.
Con le sue lettere sprona anche il papa scrivendogli «nel prezioso sangue di Gesù» per esortarlo a porre fine al fin troppo lungo esilio ad Avignone e rimettere piede a Roma. «Su, virilmente, padre! — scrive Caterina con veemenza — che io vi dico che non vi bisogna tremare».
A questo vanno aggiunte le sue estasi, durante le quali veniva portata di peso fuori dalla chiesa e lasciata sul sagrato. Le lettere di Caterina cominciano a girare per l’Europa. I domenicani, preoccupati per le tante eresie in circolo al tempo, la convocano a Firenze per sottoporla a esame. Caterina risulta perfettamente ortodossa, ma per sicurezza si vede affidare al padre Raimondo da Capua.
Papa Gregorio XI le chiede di predicare la crociata contro i turchi alleatisi con i tartari. Caterina comincia da Pisa dove nel 1375 riceve le stimmate.
Una semianalfabeta proclamata Dottore della Chiesa
Dio, solito servirsi di umili e deboli creature per operare grandi cose, attraverso Caterina ha dato pace alla Chiesa e ai popoli. La santa riuscirà a fare cessare la Cattività Avignonese e far ritornare il papa a Roma nel 1376. Muore a 33 anni, dopo aver detto: «Padre, nelle tue mani raccomando l’anima mia».
Insieme a San Francesco, Caterina da Siena è patrona d’Italia. È venerata anche come patrona delle infermiere. Nel 1970 papa Paolo VI l’ha proclamata Dottore della Chiesa.