San Tommaso Becket, una delle figure più popolari del Medioevo cristiano, fu l’arcivescovo che con la sua morte eroica divenne il simbolo della voce della coscienza contro l’oppressione del potere.
Il suo sacrificio fu il coronamento di una vita passata a lottare contro le ambizioni del sovrano inglese, testimoniando in ogni occasione la sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Il poeta Eliot lo immortalerà facendone il protagonista di Assassinio nella cattedrale, uno dei
drammi più famosi della letteratura inglese.
Tommaso Becket nasce nel 1118 a Londra da un ricco mercante. Prima di diventare arcivescovo di Canterbury, divenra cancelliere del Re d’Inghilterra, Enrico II, oltre che suo amico, consigliere e confidente.
Il sovrano inglese, conquistato dalla simpatia e dalle doti intellettuali di Tommaso, alla morte dell’arcivescovo di Canterbury, nel 1161, lo fa eleggere come Primate d’Inghilterra al suo posto per averlo come suo alleato nella sua lotta contro la nobiltà guerriera, l’aristocrazia terriera e anche la stessa gerarchia ecclesiastica.
Un sovrano manipolatore che fa male i suoi conti
Enrico II aspirava ad avere sotto il suo controllo la Chiesa inglese, limitando la libertà degli ecclesiastici. E credeva, mettendo il suo amico Tommaso sulla cattedra di Canterbury, di poter avere le mani libere per mettere in atto il suo piano accentratore.
Tommaso Becket viene ordinato sacerdote e poi consacrato arcivescovo. Ma una volta diventato guida spirituale di tutti i cristiani d’Inghilterra, le cose cambiano radicalmente. E dire che aveva avvertito il suo amico: «Diventando arcivescovo di Canterbury, io perderò l’amicizia di vostra maestà».
Mai parole furono più profetiche: come arcivescovo, Becket sceglie di anteporre gli interessi spirituali del popolo dei fedeli alle mire politiche del sovrano. Si mette contro ai piani di Enrico II, per difendere la libertà delle coscienze.
La dura lotta contro le ambizioni del sovrano
E così il re, smaltita la delusione, comincia a covare rabbia e odio contro il suo antico amico di un tempo rivelatosi, ai suoi occhi, più che un avversario: un nemico da schiacciare. Cerca prima di imprigionarlo, costringendo Tommaso a cercare rifugio in Francia, dove rimane per sei anni.
Siccome il papa aveva timore di uno scisma e Enrico, dal canto suo, aveva quello della scomunica, il re di Francia mediò per arrivare a una pacificazione tra i due ex amici.
La congiura contro l’arcivescovo
Tommaso può dunque fare rientro a Canterbury, dove riceve un’accoglienza trionfale. La situazione però non è cambiata e l’arcivescovo deve seguitare a opporsi alle pretese dispotiche del re. Che un giorno, davanti ai nobili si lascia sfuggire una frase rivelatoria: «Chi mi libererà di questo prete intrigante?».
Qualcuno allora pensa di cogliere la palla al balzo per soddisfare il desiderio del sovrano e liberarsi dell’ingombrante arcivescovo. Il giorno dopo manda quattro cavalieri in armi per ucciderlo. Tommaso, informato della congiura, non vuole fuggire davanti al pericolo: «La paura della morte – dice – non deve farci perdere di vista la giustizia».
I sicari lo colpiscono a morte davanti all’altare. È il 29 dicembre 1170. Prima di morire, l’arcivescovo dice: «Accetto la morte in nome di Gesù e della Chiesa». Enorme è l’impressione destata dal suo martirio, al punto da costringere Enrico II a fare pubblico ammenda sulla tomba del vecchio amico assassinato e a rimandare la messa in pratica dei suoi piani.
Il sacrificio dell’arcivescovo salvò così la libertà della Chiesa inglese, facendo di Tommaso da Canterbury il santo più venerato del Medioevo inglese, figura senza tempo e modello universale nell’eterno conflitto tra l’autorità della coscienza e le imposizioni tiranniche del potere politico.
Preghiera a San Tommaso Becket
Dio, per la cui Chiesa il glorioso vescovo Tommaso cadde sotto le spade degli empi, deh, fa’ che quanti implorano il tuo aiuto, conseguano lo effetto salutare della loro preghiera.