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Oggi 29 gennaio, festa di san Costanzo da Perugia: converte i suoi carcerieri con la forza delle fede

Vescovo e martire, san Costanzo è il patrono di Perugia. Sfuggito miracolosamente a varie torture alla fine subì il martirio, ma prima riuscì a convertire i suoi carcerieri.

San Costanzo – lalucedimaria.it

Oggi, 29 gennaio, ricorre la memoria liturgica di san Costanzo che fu il primo vescovo di Perugia. Martire del II secolo, al tempo delle persecuzioni ai cristiani dell’imperatore Marco Aurelio, riuscì prodigiosamente a sfuggire a diverse torture, ma poi subì il martirio da vero testimone della fede.

Lo ricorda già il Martirologio Gerominiano ancor prima di quello Romano. Sono molto poche le informazioni che si hanno su di lui, come accade per molte figure di santi vissuti nei primi secoli. Non si conosce la data di nascita e si presume che la morte si attesti intorno all’anno 170.

Le poche fonti però dicono di lui che era un uomo magnanimo e che era forte il suo interesse a prodigarsi per i poveri. Rigoroso con se stesso non pretendeva lo stesso rigore dagli altri verso cui aveva un atteggiamento amabile e accogliente.

Santo di oggi 29 gennaio: San Costanzo

San Costanzo era quindi un uomo di grande fede e di animo generoso. Secondo la tradizione fu eletto vescovo quando era ancora molto giovane. Si conoscono più dettagli circa il suo martirio. In quanto cristiano, secondo le leggi dell’imperatore Marco Aurelio ( anche se alcune fonti collocano la persecuzione e il martirio sotto l’impero di Antonino Pio) i cristiani dovevano subire un processo.

Era prassi che venisse proposto loro di abiurare, quindi rinnegare la propria fede in Cristo e offrire sacrifici agli dei pagani. Chi accettava veniva liberato, altrimenti il rifiuto comportava terribili torture e poi la morte in forme molto crudeli.

Certamente san Costanzo, fermo nella fede, non pensò minimamente di rinnegare il Signore e affrontò le conseguenze e quindi indicibili dolori e la morte. Ma prima che questa si compisse secondo le agiografie giunte a noi accaddero eventi prodigiosi.

La liberazione miracolosa dalle torture e la conversione dei carcerieri

Si racconta che i tentativi di torturarlo e di ucciderlo furono vari perchè ogni volta san Costanzo veniva prodigiosamente salvato. Una prima grande tortura consisteva nell’immersione all’interno del calidarium delle terme romane. Questo era il luogo frequentato dai cittadini più illustri per fare il bagno di vapore. Rinchiuso in quel luogo però, per lui doveva rappresentare una forma di tortura perchè la temperatura delle acque era oltre il limite umanamente sopportabile.

L’intento era quello di ucciderlo in questo modo, ma il santo vescovo miracolosamente riuscì a uscirne senza riportare alcun danno. Venne quindi sottoposto ad un’altra tortura, quella di camminare sui carboni ardenti. Anche questa prova però fu superata prodigiosamente da san Costanzo che inspiegabilmente non si ustionò.

Infine, la morte arrivò per decapitazione. Ma prima, durante la prigionia accadde un altro evento di grazia. Alcuni dei suoi carcerieri al vedere come quest’uomo affrontava il martirio e la forza della sua fede si convertirono. L’uccisione avvenne a Foligno.

Il culto e la tradizione

Poco dopo il martirio, il corpo del santo fu portato a Perugia e sepolto in una zona chiamata “Areola fuori Porta San Pietro”: lì c’era la prima cattedrale della città, Anni dopo in quel posto fu costruito un mausoleo in onore a San Costanzo. Nel 1205 vi fu consacrata la chiesa che rimane ancora oggi e dove sono conservate le sue reliquie. Il suo culto si diffuse anche fuori dall’Umbria.

Secondo una tradizione popolare un’immagine del santo che si trova nella chiesa a lui dedicata, “fa l’occhiolino” alle donne nubili che vi si recano. Si tratta di un’illusione ottica per un gioco di luci riflesse: quando questo avviene viene identificato come un segno che la ragazza a breve troverà marito.

Romana Cordova

Scritto da
Romana Cordova

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