Intorno al Beato Bertoldo aleggia un grande mistero, sia per quanto riguarda le sue origini e la sua identità che per una visione drammatica.
Bertoldo nacque in Lombardia e fu, secondo una precisa quantità di fonti che si sono succedute nel tempo dando però adito a diversi misteri e incongruenze, il secondo priore generale dei Carmelitani. A lui viene attribuita una visione molto particolare, che suscitò grande scalpore.
Vide infatti portare in cielo dagli angeli le anime di molti carmelitani uccisi dai saraceni. Un domenicano, Stefano di Salignac, parlò di un nipote “santo e famoso” tra i carmelitani. Nella cosiddetta Epistola Cyrilli fu indicato come un uomo di nome Bertoldo e primo priore generale dei Carmelitani.
La figura di Bertoldo è infatti passata attraverso vari racconti e immagini che ne hanno anche deformato la sua stessa figura, per come arrivata fino ai giorni nostri. Il testo di Salignac è una delle poche fonti che racconta di questo personaggio, importante figura della Chiesa passata all’onore degli altari, le cui notizie sono state conservate in una raccolta, “Legenda abbreviatae”, in cui si narra anche di molti altri santi, seppure con una redazione primitiva.
Il domenicano Stefano attribuì la composizione della regola carmelitana a tale Aimerico di Malefaida da Salignac, patriarca di Antiochia. Essa fu però di Alberto, patriarca di Gerusalemme, lo stesso che disse di avere questo nipote tra i Carmelitani. Nel 1378 il carmelitano Filippo Riboti parla di questa persona non più come un nipote ma come un fratello.
Successivamente un altro carmelitano, Giovanni Grossi, intorno al 1400 nel suo Virldarium gli dette il nome di Brocardo. Ma nelle successive redazioni della stessa opera, come anche nel catalogo dei santi carmelitani della medesima epoca, Bertoldo di Malefaida è il primo generale, mentre tale Bertoldo di Lombardia passa al quarto posto.
Secondo un testo del monaco greco Phocas, che nel 1177 visitò il Carmelo, Bertoldo fu un vecchio monaco di Calabria. Phocas però parla di eremiti latini ma di monaci greci, che si trovavano sul Carmelo, ma in luogo diverso. In ogni caso, ad oggi, resta la rappresentazione frequente di un santo in abito carmelitano, con un libro e una spada. Nella maggior parte dei casi, lo si vede nel momento in cui ha la visione dei martiri.
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Nel capitolo generale dell’ordine del 1564 si ordinò il suo culto. Il suo nome venne tolto dal breviario riformato del 1585 ma non molto tempo dopo, precisamente nel 1609, vi fu nuovamente introdotto. Di conseguenza, intorno a questo santo, le cui lezioni proprie furono approvate nel 1672 e la cui festa è fissata il 29 marzo, aleggia un mistero molto fitto che però lascia spazio a uno slancio mistico e profetico di importante fattura.
Giovanni Bernardi
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