Sacerdote gesuita tra i primi membri della Compagnia di Gesù, San Francesco Saverio è l’apostolo delle Indie, patrono delle missioni.
Spagnolo del XIV secolo, San Francesco Saverio è una grandissima figura di evangelizzatore che come ricorda il Martirologio Romano “spinto dall’ardente desiderio di diffondere il Vangelo, annunciò con impegno Cristo a innumerevoli popolazioni in India, nelle isole Molucche e in altre ancora, in Giappone e in Cina“.
Era nato nel castello di Xavier in Navarra da una nobile famiglia con il nome di Francisco de Jaso y Azpilicueta il 7 aprile 1506. Dopo gli studi universitari alla Sorbona intraprese la carriera accademica, ma poi incontrò Pietro Fabre e Ignazio di Loyola con i quali faceva studi teologici.
È tra i primi quindi a seguire Sant’Ignazio nella fondazione della Compagnia di Gesù. Tra di loro c’è un grande rapporto di amicizia e capiterà che verranno canonizzati insieme. Sant’Ignazio definirà Francesco Saverio “il più duro pezzo di pasta che abbia mai dovuto impastare” ad indicare la sua personalità forte e decisa.
Dopo la consacrazione religiosa, Francesco Saverio partì per le Indie in missione su richiesta del papa Paolo III per evangelizzare quelle terre.
Una vita in missione tra gli ultimi, tanti i frutti
Fin dall’inizio Francesco Saverio dovette affrontare ogni sorta di difficoltà: dal caldo atroce alla mancanza di viveri, alle tempeste impetuose. Nel 1542 si stabilì a dimorare in un ospedale a fianco dei malati più gravi.
La sua vocazione era stare con gli ultimi, dedicarsi ai malati, agli abbandonati, gli esclusi, i carcerati, gli schiavi. Si occupava anche di trasmettere la fede ai bambini ideando un metodo che dava ottimi risultati. Con un campanello chiamava a raccolta i ragazzini della strada e li radunava in chiesa dove insegnava loro il catechismo a suon di musica cantando in versi i concetti da spiegare.
Evangelizzò anche i paravi, come erano chiamati i pescatori di perle che parlavano solo il linguaggio tamil. Riuscì in un solo mese a battezzarne migliaia. Le conversioni arrivate con la sua predicazione erano estremamente numerose.
Dopo aver conosciuto un fuggitivo giapponese decise di partire per il Giappone per portare il Vangelo anche lì. Giunse in quella terra nel 1549 nonostante fosse in atto una persecuzione per i cristiani, ma riuscì comunque a costituire una comunità di fedeli.
Infine nel 1552 si spostò in Cina per intraprendere una missione, ma arrivò stremato nelle forze per le fatiche fatte e fu colto da una febbre che lo portò alla morte il 3 dicembre di quell’anno, a soli 46 anni.
Il culto a San Francesco Saverio
Inizialmente venne seppellito in una cassa piena di calce senza che ci fosse neanche una croce. Successivamente però, qualche anno dopo il suo corpo fu traslato, rivelandosi integro, a Goa, nella Chiesa del Buon Gesù.
C’è una sua reliquia che è conservata a Roma nella Chiesa del Gesù: si tratta dell’avambraccio e si trova lì dal 1614.
Il culto a San Francesco Saverio si consolida con la beatificazione nel 1619 e poi con la canonizzazione avvenuta nel 1622. Nel 1748 viene proclamato patrono dell’Oriente e nel 1904 dell’Opera della propagazione delle fede. Poi, nel 1927 insieme a Santa Teresa del Bambin Gesù è proclamato compatrono delle missioni.