Oggi 3 maggio, Santi Filippo e Giacomo: gli Apostoli del Maestro

Discepoli di Gesù, sono ricordati entrambi nello stesso giorno perché le loro reliquie sono state deposte insieme a Roma. Filippo è originario della stessa città di Pietro, mentre Giacomo è il cugino di Gesù.

Filippo è menzionato nei Vangeli, indicato al quinto posto nell’elenco degli Apostoli. Giacomo, invece, viene chiamato anche “di Alfeo”.

santi filippo e giacomo (1)
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3 maggio: Filippo e Giacomo, i discepoli di Gesù

In questo terzo giorno del mese di maggio, la chiesa venera i Santi Filippo e Giacomo. Filippo è nativo di Betsaida, in Galilea, un paesino costiero che si affaccia sul Lago di Tiberiade e ha dato i natali anche ai fratelli Pietro e Andrea.

L’Evangelista Giovanni sembra il più propenso ad approfondire la sua figura, tanto che ne descrive l’inizio della sua missione annunciando il Messia a Natanaele:

Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi”.

Secondo alcune fonti apocrife, Filippo ha evangelizzato per vent’anni la Scizia, a fianco delle sue due figlie vergini che porta sempre con sé. Un giorno l’apostolo viene catturato da alcuni pagani, i quali lo trascinano nel tempio di Marte e lo costringono a compiere un sacrificio davanti alla statua del dio.

Il miracolo della resurrezione  dal veleno del drago

In quello stesso istante il piedistallo della statua si sgretola e dalla cavità ne esce un drago che si avventa sul figlio del sacerdote che sta preparando il fuoco per il sacrificio. Il drago, con il suo alito venefico, uccide sia lui che due tribuni, avvelenando molti degli astanti. Filippo scaccia il drago e resuscita coloro che erano rimasti uccisi dal demonio, guarendo infine gli ammalati che hanno respirato le sue esalazioni pestifere.

Filippo giunge a Hierapolis – città sacra ad Apollo e sede di un oracolo molto importante nell’antichità – nella regione della Frigia (al centro dell’Anatolia), dove opera molte conversioni al cristianesimo. L’adesione alla nuova fede della moglie del proconsole attira l’ira del militare romano, il quale lo fa inchiodare a un albero a testa in giù, come rappresentato nell’iconografia tradizionale.

Dopo la sua morte viene seppellito nel luogo. Molti viaggiatori e religiosi dei secoli successivi, tra i quali Eusebio di Cesarea, citano nei loro scritti la tomba dell’apostolo guaritore.

Chi era Giacomo il minore

Giacomo, invece, nella tradizione cristiana viene indicato come “Giacomo il minore”, uno dei dodici Apostoli di Gesù Cristo che, nel Nuovo Testamento, viene chiamato Giacomo d’Alfeo. Nei Vangeli ritroviamo poi un Giacomo, fratello di Ioses, citato in riferimento alla loro madre, Maria.

Sulla base di così scarse citazioni non è dunque possibile ricostruire alcunché della sua vicenda biografica, neppure nel periodo durante il quale è stato un seguace di Gesù. Nel resto degli Atti e in altri scritti neotestamentari manca qualsiasi riferimento anche di una sua attività seguente alla morte del Cristo.

Nulla sappiamo intorno alla sua morte, a meno che Giacomo il Minore sia identificato con Giacomo il Giusto, ucciso per lapidazione nel 62 d.C. Nel Martirologio, al 3 maggio, si riporta che Giacomo “corona infine il suo apostolato col martirio”.

Preghiera a San Filippo Apostolo

Abbandonate le cose della terra, hai seguito Cristo,

e segnato con l’ispirazione del Santo Spirito,

da lui sei stato inviato tra le genti perdute

per convertire gli uomini alla luce della conoscenza di Dio,

o apostolo Filippo; compiuta la lotta del tuo divino desiderio,

tra molteplici supplizi hai consegnato la tua anima a Dio.

Supplicalo, o beatissimo, di donarci la grande misericordia.

O Santo Apostolo Filippo,

intercedi presso il Dio misericordioso

perché conceda alle anime nostre la remissione delle colpe.

Preghiera a San Giacomo Apostolo

San Giacomo ci hai mostrato un cristianesimo molto concreto e pratico,

indicandoci che la fede deve realizzarsi

nella vita soprattutto nell’amore del prossimo e particolarmente nell’impegno per i poveri:

“Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta”.

Ci hai esortato ad abbandonarci nelle mani di Dio in tutto ciò che facciamo,

pronunciando sempre le parole:

“Se il Signore vorrà” insegnandoci così a non presumere

di pianificare la nostra vita in maniera autonoma e interessata,

ma a fare spazio all’imperscrutabile volontà di Dio, che conosce il vero bene per noi.

San Giacomo, la tua vita e le tue parole siano sempre per ciascuno di noi

un forte esempio a cui conformare la nostra vita per divenire veri discepoli di Cristo Gesù.

Amen

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