Santa Cunegonda fu imperatrice, sposa di Enrico IV di Baveria, anche lui divenuto santo. Entrambi sono esempio di santità nel matrimonio.
Cunegonda era figlia di Sigfrido, re del Lussemburgo, e di Edvige di Nordgau. Nacque intorno al 978 al Castello di Gleiberg e nel 998 fu data in sposa al duca di Baviera Enrico IV che poi diventò imperatore con il nome di Enrico II.
Le informazioni su questa coppia di santi sposi giungono dal cronista dell’epoca, Rodolfo il Glabro. Narra che nonostante la moglie non gli avesse dato degli eredi e fosse perciò considerata sterile, Enrico non volle ripudiarla. Era consuetudine a quel tempo il ripudio in caso la donna non partorisse figli, ma lui scelse di non farlo perché amava sinceramente Cunegonda.
Era quindi un matrimonio d’amore, elemento non comune all’epoca in ambiente nobiliare. Come viene tramandato dalla tradizione i due sposi decisero di fare voto di continenza e vissero quello che veniva definito “matrimonio verginale di San Giuseppe”.
Era quindi un matrimonio bello ed esemplare anche se fu provato dalla calunnia su una presunta infedeltà di Cunegonda. Secondo la tradizione il marito, per provarne l’innocenza, la fece camminare su dei fuochi ardenti. Lei passò a piedi nudi sopra dei vomeri infuocati, senza ustionarsi. Così l’imperatore, pentito di aver dubitato di lei le , chiese perdono.
Al loro amore nel corso del tempo la tradizione popolare ha dedicato un dolce, molto semplice che riporta una forma di cuore ed è legato ad un episodio che li riguarda.
Il 14 febbraio 1014 i due sposi furono incoronati imperatori. Tra le opere che intrapresero nel loro impero ci fu la costruzione della cattedrale di Bamberga, che dedicarono a san Pietro e a san Giorgio e un’abbazia benedettina dedicata a san Michele.
Con la dote che le era stata data Cunegonda fece costruire un secondo monastero dedicato a santo Stefano e successivamente anche un terzo a Kaufungen, nel 1021- Si trovava presso Kassel , dedicato alla Santa Croce ed era istituito per religiose. La costruzione di questo monastero fu fatta per adempiere ad un voto che aveva emesso durante una grave malattia da cui poi era guarita.
Cunegonda, come era uso al tempo, condivideva il governo dell’impero con il marito e occupava di molte faccende. Sostituiva anche l’imperatore quando lui andava in guerra: erano tante le ribellioni dei signori che dovettero affrontare. Il 13 luglio 1024 Enrico morì e Cunegonda rimase vedova.
Regnò da sola per quasi due mesi dopo la morte del marito, finché non si insediò il nuovo imperatore. Dopo un anno, nel primo anniversario della morte del marito, Cunegonda durante una solenne cerimonia nel monastero di Kaufungen, si spogliò degli abiti imperiali per vestire quelli monacali. Scelse così di intraprendere la vita religiosa.
Da quel momento in poi, per quindici anni, fino alla fine dei suoi giorni, si dedicò ad una vita ascetica, improntata alla contemplazione. Faceva molti digiuni e penitenze, pregava molto e si dedicava anche ad umili lavori manuali. Spendeva il suo patrimonio ad aiutare i poveri, a far costruire monasteri e assisteva le consorelle ammalate.
Morì il 3 marzo di un anno imprecisato, che generalmente viene individuato nel 1033. Si racconta che quando si avvicinava il momento della sua morte, chiese alle sue consorelle, che stavano preparando per lei sontuosi abiti funebri, di essere seppellita solo con il saio di lana grezzo.
Santa Cunegonda è considerata la protettrice delle donne in attesa di un figlio e dei bambini e viene invocata contro le calunnie. Si narra che durante la Seconda guerra mondiale, per sua intercessione la città di Bamberga sarebbe stata risparmiata dai bombardamenti perché avvolta da una fitta nebbia, dopo le preghiere che i fedeli le avevano rivolto. La canonizzazione di Santa Cunegonda avvenne nel 1200 proclamata da papa Innocenzo III.
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