Oggi 3 marzo è Santa Cunegonda: imperatrice e moglie esemplare di un Santo

Nel XI secolo santa Cunegonda, si distinse come imperatrice e moglie esemplare di sant’Enrico, imperatore di Baviera. Una coppia che attraverso il matrimonio ha raggiunto la santità. 

Santa Cunegonda
Santa Cunegonda – lalucedimaria.it

La figura di santa Cunegonda, imperatrice del XI secolo, che si commemora oggi 3 marzo, è avvolta da grande fascino e altrettanto mistero, quello di personalità di un tempo ormai remoto. Moglie esemplare dell’imperatore Enrico IV di Baviera, salito anche lui agli onori degli altari come santo, ha testimoniato come la scelta di una vita cristiana vissuta nel matrimonio porta alla santità.

Originaria del Lussemburgo, Cunegonda cresce in una famiglia che le trasmette la fede e le insegna le virtù cristiane. La sua nascita si colloca intorno al 978: suo padre era il re del Lussemburgo, Sigfrido, e sua madre era Edvige di Nordgau.

Fin da giovanissima Cunegonda visse la fede con particolare fervore. Sarà lei a trasmetterla a suo marito con cui camminerà insieme in un percorso cristiano. Lui era il Duca di Baviera, futuro imperatore del Sacro Romano Impero, e gli fu data in sposa quando aveva 20 anni. 

Santo di oggi 3 marzo: Santa Cunegonda

Riguardo il matrimonio tra santa Cunegonda ed Enrico ci furono molte leggende. Tra esse una è molto nota: Cunegonda fu calunniata e si insinuò che tradisse il marito. Lei allora, non cercò di difendersi con le sue sole forze, ma pregò intensamente il Signore affinché facesse emergere la verità. Dio allora le diede la possibilità di convincere il marito della sua innocenza attraverso una prova straordinaria. Un prodigio: Cunegonda camminò sui carboni ardenti senza bruciarsi.

Questo fece credere il marito che era tentato dal dubbio. Un’altra leggenda sulla loro unione narra che entrambi avessero fatto voto di castità e che vissero quello che veniva chiamato “il matrimonio di San Giuseppe”. Questa diceria nacque in conseguenza al fatto che la coppia non ebbe figli. 

In realtà sembra che semplicemente il Signore nei suoi piani non diede figli ai due sposi. Ai tempi vigeva il diritto germanico che prevedeva il ripudio in caso la donna non avesse dato un erede al marito. Ma l’imperatore Enrico che era legato a Cunegonda da vero amore non volle esercitare quel diritto che gli dava la legge.  Cunegonda ed Enrico sono ricordati come la santa coppia che illuminò il Sacro Romano Impero.

Il governo di un’imperatrice santa

Ciò che emerge dalla storia di santa Cunegonda non è soltanto l’esempio di un matrimonio cristiano e santo, basato sul vero amore, cosa che all’epoca non era consuetudine. Ma anche il suo ruolo come imperatrice retta e magnagnima.

Era il 14 febbraio 1014 quando avvenne l’incoronazione dei due sposi. Il governo dell’impero coinvolgeva ampiamente anche lei e anche questa sembra essere un elemento insolito e fuori dagli usi comuni del tempo. Inoltre, quando il marito si allontanava per affrontare guerre e per affari fuori dalla patria era lei ad occuparsi degli affari interni.

Governavano rettamente e realizzarono molte opere di grande importanza per il popolo. Tra le più note c’è la la costruzione della cattedrale di Bamberga. Vollero dedicarla ai santi Pietro e Giorgio. PIù tardi fecero costruire anche un’abbazia benedettina che intitolarono a San Michele.

Per queste opere santa Cunegonda impiegò anche la dote che aveva portato al marito al momento del matrimonio. In particolare, si dice che la usò per far edificare un monastero dedicato a santo Stefano. Poi, come voto di ringraziamento per essere guarita da una grave malattia  volle far costruire un altro monastero a Kaufungen.

Monaca nella vedovanza

Il 13 luglio 1024 Enrico morì. Santa Cunegonda resse il governo da sola nei due mesi successivi, fino a quando non subentrò il nuovo imperatore. Visse il lutto della vedovanza per un anno al termine del quale fece una precisa scelta di vita.

Con una solenne cerimonia che ebbe luogo nel nel monastero di Kaufungen, Cunegonda rinunciò al potere del suo rango e svestita dagli abiti di imperatrice decise di indossare quelli di monaca. Trascorse il resto della vita dedita alla vocazione religiosa che era sorta in lei.

Con uno stile improntato all’ascetismo conduceva il tempo tra preghiere e digiuni, pentitenze, mortificazioni e una totale rinuncia degli agi a cui era abituata prima. Al tempo stesso si occupava di prestare aiuto a poveri e malati. Morì il 3 marzo del 1033 circa.

Come suo desiderio non fu vestita con abiti sontuosi, ma con un semplice e ruvido saio. Fu canonizzata nel 1200. Il culto rimase vivo nel corso dei secoli e si racconta che durante la Seconda Guerra Mondiale santa Cunegonda fu invocata per la protezione di Bamberga che prodigiosamente avvolta da una nebbia fitta non rimase coinvolta nei bombardamenti in atto.

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