Santa Silvia visse nel VI secolo a Roma e diede alla luce un grande e famoso papa, diventato santo e Dottore della Chiesa.
Nobile donna romana, Santa Silvia nacque a Roma nell’anno 520. La sua famiglia d’origine era di condizioni modeste, ma si ritiene che probabilmente fosse discendente dell’illustre gens Octavia.
Si conosce il nome delle sue due sorelle, Emiliana e Tarsilia, anche loro donne sante. Secondo alcune fonti però la sua origine era siciliana. Da giovane ragazza, nel 538 fu data in moglie al senatore Gordiano, che apparteneva alla gens Anicia, una nobile stirpe romana.
Andò ad abitare nella villa degli Anici posta sul colle Celio al Clivio di Scauro. In quel luogo oggi si trova la chiesa di San Gregorio al Celio.
Nel suo matrimonio Silvia ebbe due figli, di cui uno, il primogenito divenne molto famoso, ma sopratutto santo. Si tratta di colui che diventerà papa Gregorio Magno, eletto al soglio pontificio nel 590.
Nella mezza età, esattamente nel 573, il marito morì e lei rimasta vedova si ritirò a vivere in una casa sul colle Aventino chiamata Cella Nova.
La fede e le premure materne
Donna di grande fede, Silvia dopo la morte del marito e il suo ritiro in solitudine intraprese uno stile di vita monastico secondo la regola di San Benedetto. Si dedicava alla preghiera e alla meditazione, ma anche all’aiuto dei poveri e dei bisognosi.
Di certo, ebbe un grande ruolo nella formazione anche spirituale del figlio Gregorio. Gli ha certamente trasmesso la fede ed era conosciuta come una madre amorevole, tenera, dolce e premurosa.
Non si conosce il nome del secondogenito, ma solo la figura del primo figlio che spicca in quanto diventerà una personalità importante nella Chiesa. Prima intraprese il lavoro del padre diventando funzionario dell’Impero bizantino, ma dopo la morte del padre continuò a vivere nella casa paterna e la trasformò in un monastero.
Silvia, da donna saggia, lascia che il figlio viva la sua vita da adulto senza interferenze, però manifesta l’amore materno con le premure tipiche di ogni madre.
Si narra che aveva a cuore la salute del figlio spesso fragile e considerava che alla mensa in stile monastico in cui mangiava non si nutriva abbastanza. Quindi ogni giorno preparava un sostanzioso piatto di legumi o verdure del suo orto e lo faceva arrivare al figlio tramite qualcuno.
Il culto a Santa Silvia
Riuscì a vivere la gioia di vedere il figlio diventare papa perchè Silvia morirà qualche anno dopo, nel 592. Il figlio Gregorio la fece seppellire nel monastero di Sant’Andrea, in cui già si trovavano le sue sante sorelle Tarsilla ed Emiliana.
Fece dipingere l’immagine della madre con una croce nella mano destra e un libro in quella sinistra con la scritta “Vivit anima mea et laudabit te, et iudicia tua adiuvabunt me“, “Vive la mia anima e ti loderà, e i tuoi giudizi mi aiuteranno“.
Nel 1603 Cesare Baronio fece erigere l’oratorio di Santa Silvia al Celio e il papa dell’epoca Clemente VIII inserì il suo nome nel Martirologio Romano fissando la data della sua memoria liturgica per il 3 novembre.