Ambrogio Francesco Ferro e i suoi compagni subirono orribili torture e indicibili sevizie prima di essere martirizzati.
Come ha detto papa Francesco nella messa di canonizzazione, i Martiri seguono la via di coloro che «non hanno detto “sì” all’amore a parole e per un po’, ma con la vita e fino alla fine. Il loro abito quotidiano è stato l’amore di Gesù, quell’amore folle che ci ha amati fino alla fine, che ha lasciato il suo perdono e la sua veste a chi lo crocifiggeva».
Oggi la Chiesa ricorda, fra gli altri, i Martiri di Uruaçu, nello stato brasiliano del Rio Grande. La figura più più nota di questi cristiani martirizzati è quella del sacerdote Ambrogio Francesco Ferro, l’apostolo che versò il proprio sangue per il Nuovo Mondo.
Ambrogio Francesco Ferro era parroco in una delle due parrocchie del Rio Grande do Norte: la parrocchia della Madonna della Purificazione a Natal (oggi capitale dello Stato). Siamo nella prima metà del XVII secolo.
La persecuzione dei cattolici
Allora i calvinisti olandesi cercavano di scalzare i cattolici portoghesi dalle loro colonie anche servendosi degli indios convertiti al calvinismo. I primi ad arrivare in Brasile nel 1597, nello stato di Rio Grande do Norte, erano stati i missionari gesuiti e sacerdoti diocesani dal Regno del Portogallo. Nei decenni successivi l’arrivo degli olandesi, di fede calvinista, segnò l’avvio di un braccio di ferro.
Una lotta di potere resa ancor più feroce, se possibile, dalla persecuzione religiosa che nel 1645 vide proprio morire in modo atroce – tra gli altri – il sacerdote Ambrogio Francesco Ferro insieme a diversi suoi parrocchiani.
La tremenda carneficina
Il martirio di padre Ambrogio Francesco Ferro e dei suoi parrocchiani avviene il 3 ottobre 1645. È allora che il capo indigeno Antonio Paraopaba, alla testa di 200 uomini, fa irruzione in un villaggio presso Uruaçu. È un massacro: 27 fedeli cattolici vengono trucidati assieme al sacerdote Ambrogio Francesco Ferro. Una carneficina ordinata dalle autorità olandesi che dopo aver convertito Paraopaba al calvinismo aizzano gli Indios verso i cattolici.
Padre Ambrogio e i suoi parrocchiani vengono orribilmente torturati e seviziati. I cronisti dell’epoca riferiscono di mutilazioni agli arti, di lingue e occhi strappati. Perfino di bambini squartati a filo di spada e di altre orribili sevizie.
Un laico, Antônio Barracho, viene legato a un albero. Dopodiché gli strappano la lingua infilando al suo posto, in bocca, i genitali precedentemente mozzati. Poi viene frustato e colpito con un ferro incandescente. Infine gli viene strappato il cuore dalla gabbia toracica. Anche a un altro laico, di nome Mateus Moreira, viene strappato il cuore, dalla schiena mentre ripete: «Sia lodato il Santissimo Sacramento».
Canonizzati i trenta Martiri
San Giovanni Paolo II ha beatificato don Ambrósio Francisco Ferro e i suoi 27 compagni il 5 marzo del 2000. Insieme a loro il Papa ha beatificato anche il parroco di Cunhuaú, don André de Soveral, e il laico Domingos Carvalho, uccisi il 16 luglio 1645. Papa Francesco infine li ha proclamati santi domenica 15 ottobre 2017.