Vescovo di Canne, cittadina pugliese, San Ruggero fu un pastore magnanimo e caritatevole, attento ai bisogni del gregge a lui affidato.
La figura di San Ruggero di Canne si colloca nell’XI secolo e di lui si sa che nacque tra il 1060 e il 1070. Aveva 30 anni ed era diacono quando, morto il vescovo del luogo fu acclamato a ricoprire l’ufficio pastorale.
Per umiltà e prudenza San Ruggero, ritenendosi indegno di rivestire un tale ruolo cercò di sfuggire all’acclamazione, ma poi per l’insistenza da parte del clero e del popolo accettò l’episcopato. A quell’epoca la località di Canne viveva un periodo di forte crisi: era stata distrutta da una lotta tra il Conte Ermanno di Canne e il duca di Puglia, Roberto il Guiscardo.
Vigeva la corruzione, ma c’era anche una fioritura di santità che vi si opponeva. Era impersonata da figure come il pontefice Gregorio VII, Ildebrando di Soana, San Pier Damiani, San Norberto, San Bernardo di Chiaravalle. Questi portavano avanti l’ideale del ritorno ad una primitiva vita evangelica.
L’episcopato come servizio
In questa scia si inserisce anche la personalità di San Ruggero che visse l’episcopato come servizio e non come onore. Aveva fortemente a cuore il gregge che gli era stato affidato e si prendeva cura di esso con tutte le sue forze.
Si narra che era molto fervente nella ricerca della salvezza delle anime dei suoi fedeli e giorno e notte si dimostrava disponibile all’ascolto e ai loro bisogni. La sua casa era ospitale verso viandanti e pellegrini a cui dava conforto e consolazione nelle difficoltà. Sembra pure che andasse scalzo, a piedi nudi a mendicare elemosine per i poveri.
Contribuì alla ricostruzione morale e materiale della città e con instancabile forza esortava i fedeli e li conduceva al pane eucaristico. Morì, povero di beni materiali, il 30 dicembre 1129 a circa 60 anni di età. La fama di santità era evidente e subito dopo la sua morte presto fu acclamato santo. Le sue spoglie mortali furono deposte nella Cattedrale di Canne presso l’altare maggiore perché il popolo voleva sentirlo vicino come lo era quando dall’altare celebrava.
Intorno al 1276 circa il corpo di san Ruggero fu traslato a Barletta, per esser messo al sicuro a seguito di un pericolo che correva la città di Canne. Là fu custodito in S. Maria Maggiore prima, poi trasferito presso le monache benedettine di Santo Stefano, attualmente chiamata con il nome di San Ruggero.
L’iconografia raffigura San Ruggero di Canne con gli abiti pontificali da vescovo, con la mitria e il bastone pastorale. Un altro simbolo che gli viene affiancato è un’aquila in volo. Secondo un’antica leggenda, infatti un’aquila con le sue ali lo avrebbe coperto dal caldo di una giornata estiva mentre in pellegrinaggio si stava recando al Gargano presso la Basilica di San Michele Arcangelo.