È il sacerdote che si dedica ai giovani e che, sin da quando lui stesso era bambino, una particolare visione lo porta a capire quale sarebbe stata la sua strada e a cosa Dio lo sta chiamando. La fondazione dei Salesiani lo porterà ad esser ricordato in tutto il mondo.
La cura dei ragazzi e dei bambini, farli crescere nella fede attraverso il gioco e la preghiera, sarà l’astro di tutta la sua vita.
31 gennaio: Giovanni, il santo degli educatori
In questo trentunesimo giorno del mese di gennaio, la chiesa venera San Giovanni Bosco. Presbitero e pedagogo italiano, fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
A nove anni il piccolo Giovanni fa un sogno che egli stesso definisce “profetico” e che più volte racconta ai ragazzi del suo Oratorio:
“A nove anni ho fatto un sogno. Mi pareva di essere vicino a casa, in un cortile molto vasto, dove si divertiva una gran quantità di ragazzi. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. Al sentire le bestemmie mi slanciai in mezzo a loro. Cercai di farli tacere usando pugni e parole.
In quel momento apparve un uomo maestoso, vestito nobilmente. Un manto bianco gli copriva tutta la persona. La sua faccia era così luminosa che non riuscivo a fissarla. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo di quei ragazzi. Aggiunse: «Dovrai farteli amici non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità. Su, parla, spiegagli che il peccato è una cosa cattiva e che l’amicizia con il Signore è un bene prezioso». Confuso e spaventato risposi che io ero un ragazzo povero e ignorante, che non ero capace di parlare di religione a quei monelli.
Il sogno premonitore
In quel momento i ragazzi cessarono le risse, gli schiamazzi e le bestemmie e si raccolsero tutti intorno a colui che parlava. Quasi senza sapere cosa facessi gli domandai: «Chi siete voi, che mi comandate cose impossibili?» «Proprio perché queste cose ti sembrano impossibili – rispose – dovrai renderle possibili con l’obbedienza e acquistando la scienza». «Come potrò acquistare la scienza?».
«Io ti darò la maestra. Sotto la sua guida si diventa sapienti, ma senza di lei anche chi è sapiente diventa un povero ignorante». «Ma chi siete voi?». «Io sono il figlio di colei che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno». «La mamma mi dice sempre di non stare con quelli che non conosco, senza il suo permesso. Perciò ditemi il vostro nome». «Il mio nome domandalo a mia madre”.
In seguito a quel sogno, il giovane Giovanni decide di seguire la strada del sacerdozio. Il 3 novembre 1837 inizia gli studi di teologia. Ragazzo dinamico e concreto, fonda fra i coetanei la “società dell’allegria”, basata sulla “guerra al peccato”.
Le basi per creare la sua realtà educativa
Inizia, poi, lo studio della teologia morale pratica alla scuola di San Giuseppe Cafasso. Questo periodo si rivela occasione propizia per porre solide basi alla sua futura opera educativa tra i giovani, grazie a tre provvidenziali fattori: l’incontro con un eccezionale educatore che capisce le sue doti e stimolo le sue potenzialità, l’impatto con la situazione sociale torinese e la sua straordinaria genialità, volta a trovare risposte sempre nuove ai numerosi problemi sociali ed educativi sempre emergenti.
Sarà nel 1847 che Don Bosco avvia l’oratorio di “San Luigi” presso la stazione ferroviaria di Porta Nuova. Al fine di garantire una certa continuità e stabilità a ciò che aveva iniziato, fonda sempre a Torino la Società di San Francesco di Sales (detti “Salesiani”), congregazione composta di sacerdoti, e nel 1872 a Mornese con Santa Maria Domenica Mazzarello le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Nel centenario della morte, nel 1988 Giovanni Paolo II, recatosi in visita ai luoghi donboschiani, lo dichiara Padre e Maestro della gioventù.
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Preghiera a San Giovanni Bosco
O San Giovanni Bosco,
che foste sempre così compassionevole delle umane sventure,
riguardate a noi tanto bisognosi del vostro soccorso.
Fate discendere sopra noi e sulle nostre famiglie
le materne benedizioni di Maria Ausiliatrice;
otteneteci quelle grazie spirituali e temporali
che ci sono necessarie:
intercedete per noi in vita e in morte,
onde possiamo cantare in eterno
le divine misericordie nel bel Paradiso.
Così sia.
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