San Gaetano Catanoso, sacerdote, umile tanto da definirsi un asinello del Signore, ha posto al centro di tutto l’Eucarestia e il Volto Santo.
La storia di San Gaetano Catanoso ha luogo in Calabria. Nasce il 14 febbraio 1879 a Chorio di San Lorenzo, in provincia di Reggio Calabria. È figlio di proprietari terrieri molto credenti e all’età di 10 anni entra in seminario avendo già sentito la chiamata al sacerdozio.
Lungo il tragitto che lo porta al Seminario il piccolo Gaetano, fragile di salute, fa fatica e il padre lo mette su un asino per raggiungere la meta. Sarà lui stesso in tutta la sua vita, per umiltà a definirsi “l’asinello del Signore“, epiteto che rimarrà impresso e sarà espresso anche in varie raffigurazioni che lo ritraggono. Nel 1902, a 23 anni diventa sacerdote. Nel 1904 viene mandato come parroco a Pentedattilo, un piccolissimo paese della Locride dove dominava la povertà, l’analfabetismo e l’ignoranza religiosa.
Lì si adopera come buon pastore ad evangelizzare e a sostenere concretamente la popolazione, formando anche una scuola serale gratuita per l’istruzione dei giovani. Presto esprime una paternità che gli viene riconosciuta con l’appellativo di “padre”, come alla gente veniva spontaneo chiamarlo.
San Gaetano si dedicava molto al ministero della Confessione e alla direzione spirituale. Nel 1915 inizia a stampare un periodico dal titolo L’ora eucaristica sacerdotale. Nel 1918, incontra San Luigi Orione che lo conferma nella sua attività apostolica. Nello stesso anno entra nei Missionari del Santo Volto di Tours, un movimento nato in Francia in riparazione dei peccati contro il Volto Santo di Gesù. L’anno successivo fonda nella sua parrocchia la Confraternita del Santo Volto.
“Il Volto Santo è la mia vita. Lui è la mia forza” diceva. La sua devozione al Volto del Signore si univa a quella di Gesù Eucarestia e riteneva le due cose strettamente legate. “La devozione al Volto Santo si incentra nel sacro velo della Veronica dove nostro Signore impresse col suo preziosissimo sangue i lineamenti della sua Faccia divina. È una reliquia preziosissima che la Chiesa conserva e che noi adoriamo. Ma se vogliamo adorare il Volto reale di Gesù, non l’’immagine sola, questo Volto noi lo troviamo nella divina Eucaristia, ove col Corpo e Sangue di Gesù Cristo si nasconde sotto il bianco velo dell’’ostia il Volto di Nostro Signore” spiegava.
Dal 1921 al 1940 svolge il ruolo di parroco nella Chiesa di Santa Maria della Purificazione, detta anche della Candelora, in centro a Reggio Calabria. Lì è aiutato dal fratello Pasqualino, anche lui sacerdote. Si occupa di molte importanti attività: l’evangelizzazione, le catechesi, le Confessioni, tanto da esser definito il “confessore della Chiesa reggina“. Poi c’era la diffusione del culto all’Eucarestia e al Volto Santo. e al tempo stesso era direttore del Seminario Arcivescovile, cappellano dell’Ospedale, confessore in vari istituti religiosi e in carcere, canonico penitenziere della Cattedrale.
Sollecitato dalle necessità del luogo decide di fondare una congregazione religiosa femminile, con lo scopo di propagare la devozione al Volto Santo di Gesù e portare conforto a coloro che più avevano bisogno e aiuto nelle parrocchie più sperdute ed abbandonate. In questo era incoraggiato anche da San Luigi Orione, con cui era amico da tempo e così nel 1934 fondò la famiglia religiosa delle Suore Veroniche del Volto Santo. Il riconoscimento canonico avviene nel 1953 con l’approvazione dell’Arcivescovo Giovanni Ferro e successivamente anche della Santa Sede.
Aveva progettato anche la costruzione di un tempio dedicato al Volto Santo ma l’avanzare dell’età e la morte non gli hanno permesso di vederne la realizzazione. Il suo legame alla Madonna era molto stretto e tutti, tra cui l’arcivescovo mons. Giovanni Ferro ricordavano di averlo sempre visto con la corona del rosario in mano. Il 4 aprile 1963, un Giovedì Santo, all’età di 84 anni muore e quello stesso giorno avviene la guarigione miracolosa di una suora per sua intercessione. Sarà il miracolo che lo porterà alla beatificazione, che avverrà poi nel 1997. Il 23 ottobre 2005 poi sarà canonizzato.
La fama di santità era diffusa già durante la sua vita. La sua fede forte e radicata nel Signore era evidente agli occhi di tutti coloro che gli si accostavano. Negli anni non gli sono mancate difficoltà e umiliazioni che ha affrontato sempre con fiducia ed abbandono alla volontà e alla provvidenza di Dio. Esortava gli altri a fare lo stesso e diceva : “Non scoraggiatevi, il Signore ci vuole tanto bene, le sofferenze passano, il premio per il Cielo rimane. Coraggio e avanti nel Signore“.
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