Terziaria francescana della seconda metà del ‘200, Angela da Foligno è stata una delle più straordinarie mistiche medievali, al pari delle grandi figure che la seguiranno nei secoli come Caterina da Siena, Caterina da Genova e Santa Teresa d’Avila.
Diventerà una delle più grandi maestre spirituali di tutti i tempi e sarà chiamata «maestra dei teologi», lei che forse non sapeva neanche scrivere e non aveva alle spalle alcun tipo di studio teologico.
Angela nasce a Foligno verso la metà del Duecento. Figlia di una famiglia signorile, dopo una gioventù mondana fatta di feste e gioie terrene va in sposa a un uomo altero. Inoltre viene colpita dalla sventura che le fa perdere tutti i suoi cari. A fatica, con incertezze, errori e cadute, abbraccia la vita spirituale. Così si libera dei suoi possedimenti e diventa terziaria francescana, segnalandosi per lo zelo apostolico e caritatevole che porta un cenacolo di persone devote a radunarsi attorno a lei.
Dopo aver venduto e offerto ai poveri tutte le sue ricchezze, si disfa dunque degli abiti lussuosi e indossa così l’umile saio francescano. Da allora in avanti Angela si dedica totalmente a Dio e alla preghiera, manifestando la sua costante vicinanza a ammalati e lebbrosi. Di lei si ricorda un gesto famoso, compiuto con profonda umiltà: quello di bere l’acqua in cui aveva lavato le piaghe di un appestato.
L’esperienza mistica di Assisi
Nel 1291 Angela – da tutti chiamata Angelina o Lella da Foligno – è ad Assisi per un pellegrinaggio. Nella chiesa di San Francesco ha una straordinaria esperienza mistica, con un dialogo con lo Spirito Santo e una manifestazione indescrivibile della Santissima Trinità. Il suo direttore spirituale, Frate Arnaldo, le chiede la descrizione dettagliata delle sue esperienze interiori, che il frate poi sottometterà al giudizio delle autorità ecclesiastiche.
Dalla prudenza del direttore spirituale prende forma una delle più grandi opere di rivelazioni mistiche, intitolata il Libro delle mirabili visioni e consolazioni. Angela da Foligno vi racconta i diciotto «passi spirituali» attraverso i quali si era perfezionata la sua conversione. La mistica rivela anche i segreti dell’amore divino, da lei appresi grazie alla «preghiera soprannaturale»: ovvero una preghiera che vede l’anima quasi rapita dalla meditazione di Dio.
Una sapienza venuta dall’alto
Un libro, che rappresenta una sorta di trattato di teologia mistica, venuto da un’umile terziaria, che forse nemmeno sapeva scrivere e di sicuro non aveva alle spalle alcuno studio di teologi. Malgrado ciò Angela da Foligno verrà chiamata Magistra theologorum, maestra dei teologi. Una saggezza, la sua, non derivata dallo studio e dalla cultura, ma da una sapienza che proveniva dall’alto, frutto delle illuminazioni repentine dell’amore. Come quella, contenuta nel Libro delle mirabili visioni e consolazioni, che insegna «l’anima è come quercia: quanto più profonda è radicata, tanto più gloriosamente spazia».
Lella da Foligno muore nel 1309, viene sepolta nella chiesa della sua città dedicata a San Francesco.
Preghiera a Sant’Angela da Foligno
O gloriosa Sant’Angela che illuminata dalla grazia, nel disprezzo e nella rinuncia di tutto ciò che è fugace, corresti a grandi «passi» per la via della Croce verso Dio «amore dell’anima», impetraci di poter amare il Signore come Tu l’amasti. Insegnaci, o Maestra dello spirito, a distaccarci dalle cose caduche della terra, per possedere Dio, vera nostra ricchezza. Così sia.