Da uomo benestante dalla vita spensierata , si converte cercando Cristo nei poveri e in coloro che dalla società erano rifiutati. Si è spogliato di ogni bene e vestito solo di un misero saio.
Predica l’amore, arrivando sino in Terra Santa. Sono stati in molti coloro che hanno deciso di seguirlo, diventando dei suoi discepoli che, lui stesso, chiamerà Frati.
In questo quarto giorno del mese di ottobre, la chiesa venera San Francesco d’Assisi. Cresciuto fra gli agi della borghesia di Assisi, inizia a lavorare con il padre a 14 anni. Ma poi, scoppiata la guerra fra guelfi e ghibellini, fra Assisi e Perugia, parte come soldato.
Da ghibellino, Francesco viene catturato e portato nelle carceri di Perugia e, quel periodo, lo segna a tal punto che inizia a riflettere sulla vita e su come avrebbe voluto condurla, semmai avesse riavuto la libertà.
Dopo un anno di prigionia, Francesco si ammala. Viene liberato solo grazie al pagamento di un riscatto. Quello stato di cose aveva davvero accelerato la sua conversione che, da li in poi, sarà inarrestabile. Quando arriva a Roma, faccia a faccia con un mendicante, non può fare a meno di cedergli il suo vestito. Inoltre, inizia a regalare ai poveri che incontra per strada tutto il ricavato della merce di suo padre.
Nel 1205, poi, mentre stava pregando nella Chiesa di San Damiano, sente il crocifisso che gli parla e gli dice: “Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina”.
Francesco va a Gubbio, al lebbrosario, poi torna ad Assisi per contribuire alla riparazione di alcune Chiese. Comincia la sua predicazione e ad accogliere intorno a se altre persone. Nel 1209, torna a Roma per presentare la sua Regola a Papa Innocenzo III. In essa si parla di povertà, obbedienza, castità, di una vita comunitaria che si basa sulla fraternità. I Frati si sarebbero presi cura degli altri e di ogni aspetto del creato, nell’umiltà, mettendosi all’ultimo posto, a servizio di tutti.
Era il 14 Settembre del 1224, quando, sul monte della Verna, Francesco dopo un digiuno di 40 giorni, riceve il dono delle stigmate. Morirà la sera del 3 ottobre del 1226 presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi.
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O Serafico san Francesco, Patrono d’Italia, che rinnovasti il mondo nello spirito
di Gesù Cristo, ascolta la nostra preghiera.
Tu che per seguire fedelmente Gesù abbracciasti volontariamente la
povertà evangelica, insegnaci a distaccare il nostro cuore dai beni terreni
per non divenirne schiavi.
Tu che vivesti nell’ardente amore di Dio e del prossimo, ottienici di praticare
la vera carità e di avere un cuore aperto a tutte le necessità dei nostri fratelli.
Tu che conosci le nostre ansie e le nostre speranze, proteggi la Chiesa
e la nostra Patria e suscita nel cuore di tutti propositi di pace e di bene.
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