Sant’Agata è particolarmente venerata in Sicilia. La sua protezione viene invocata contro la minaccia della lava.
Il nome Agata deriva dal greco Agathé, che vuol dire buona. La santa sarà martirizzata verso la metà del III secolo. Proprio per le modalità del suo martorio sarà invocata come protettrice contro le improvvise eruzioni vulcaniche.
Una devozione particolarmente viva in Sicilia
La devozione per Sant’Agata è particolarmente viva in Sicilia, dove la popolazione ancora oggi la invoca come protettrice contro la furia distruttrice della lava vulcanica. Si narra infatti che, a un anno esatto di distanza dalla morte della santa, martirizzata circa verso il 250, la città di Catania (con ogni probabilità la città natale di Sant’Agata) si sia trovata sotto la minaccia di una improvvisa eruzione del vulcano Etna.
La popolazione, terrorizzata, invocò più volte il nome della giovane martire chiedendo la sua intercessione affinché alla città fosse risparmiata una terribile distruzione. Cosa che puntualmente avverrà quando la lava incandescente arresterà improvvisamente il proprio cammino giusto alle porte della città di Catania.
Il martirio di Agata
Da allora in avanti il popolo dell’isola siciliana la invocherà ogni volta che si affaccerà una minacciosa eruzione vulcanica. Agata, nata in una famiglia nobile e agiata, sarà più volte chiesta in sposa dal console pagano Quinziano, invaghitosi di lei e della sua bellezza.
Agata però, già promessa sposa, rifiuta sempre le nozze, anche davanti alla minaccia del carcere e alle torture più crudeli. Quinziano infatti non accetta di vedersi respingere e tramuta il suo amore in odio forsennato. Così la accusa come cristiana fa imprigionare Agata e nel tentativo di umiliarla prova anche a farla abiura costringendola a sacrificare a Vesta, dea pagana.
Cerca anche di indurla al peccato facendola rinchiudere, si racconta, in una cella insieme a a una mezzana, maestra di intrighi amorosi al punto di essersi meritata il nome simbolico di Afrodisia.
Ogni tentativo però è inutile dato che Agata sopporta tutte le torture dimostrando grande forza d’animo e ne esce miracolosamente illesa. Infine i carnefici la martirizzano e Agata viene arsa viva, consumata dal fuoco lento dei carboni ardenti, pregando Dio. Proprio per la sua atroce agonia il popolo inizierà a invocarla contro la minaccia delle lava infuocata.
Nel V secolo papa Simmaco le dedicherà una basilica sulla via Appia. Il nome di Sant’Agata, incluso nel canone della messa, ancora oggi è invocato ancor oggi soprattutto a Palermo e Catania.
Preghiera a Sant’Agata
O Signore, che fra gli altri prodigi della tua potenza hai dato anche al sesso debole la vittoria del martirio, concedi benigno a noi che celebriamo la festa della beata Agata, vergine e martire tua, di poter giungere a Te seguendo i suoi esempi.