Giovane laico napoletano, malato di cancrena alla gamba e debole nel corpo ma non nello spirito, che riesce a prendersi cura dei suoi compagni pur nella sofferenza, portando ed insegnando loro la Parola di Dio.
Offre la sua sofferenza a Dio, sopportando il tutto con pazienza e animo sereno e gioioso. Nonostante sia povero, cerca sempre ed in ogni modo di aiutare e alleviare, come può, gli altri poveri e i miseri. E’ modello per i giovani del nostro tempo.
5 maggio: Nunzio, il giovane che si donò agli altri
In questo quinto giorno del mese di maggio, la chiesa venera San Nunzio Sulprizio. Di umile famiglia, nasce a Pescosansonesco in Abruzzo nel 1817. Ben presto il piccolo rimane orfano di entrambi i genitori e quindi viene allevato dalla nonna materna che gli dà un’educazione esclusivamente religiosa; recitare il Rosario e andare a Messa frequentando anche una scuola parrocchiale.
All’età di nove anni anche la nonna sale al cielo e Nunzio viene affidato ad uno zio materno, uomo violento e volgare.
Avviato al mestiere di fabbro, il ragazzo, spossato dal duro lavoro e dai numerosi maltrattamenti da parte dello zio, di gracile costituzione, si ammala di carie ossea, dopo che si era ferito ad una caviglia.
La sua malattia e le cure a Napoli
Secondo quanto si narra, inizia a recarsi alla fonte di Riparossa per lavare la ferita che gli ricopre tutto il piede sinistro, nonostante gli abitanti del paese lo tenessero alla larga dalla fonte per timore di rimanere infetti. Mentre si rinfresca, recita sempre il Rosario.
Nel 1834 parte per Napoli, dove vive uno zio paterno militare di stanza al Maschio Angioino, che venuto a conoscenza delle pessime condizioni del nipote, lo fa curare da un colonnello medico dell’esercito borbonico.
In ospedale, estasi e miracoli lo accompagnano
Desiderando consacrarsi al Signore e vista l’impossibilità della malattia, Nunzio spoglia la sua stanza di tutti gli arredamenti vivendo secondo uno stile carmelitano, rendendola molto simile ad una cella di un convento. Viene ricoverato all’Ospedale degli Incurabili, riceve la Prima Comunione e in quell’occasione ha la sua prima estasi.
In ospedale insegna il catechismo ai bambini malati, operando anche molti miracoli, ma le cure non riescono ad evitargli atroci sofferenze, portandolo alla morte il 5 maggio 1836 a diciannove anni.
È il santo patrono di tutti gli invalidi.
Preghiera a San Nunzio Sulprizio
O glorioso San Nunzio, discepolo dell’Eucarestia accoglimi tra i tuoi devoti. Insegnami ad adorare il Santissimo Sacramento come facevi tu ogni giorno con amore e fedeltà e chiedi a Gesù di avere misericordia di me e delle persone che ama.
Gloria al Padre …
O potente San Nunzio sollievo dei sofferenti che tante grazie e miracoli hai compiuto in vita e dopo la morte per chi soffre nel corpo e nell’anima, prenditi cura delle mie infermità e chiedi a Gesù di liberare l’umanità intera da questo orribile virus che uccide e distrugge.
Gloria al Padre …
O amato Santo, innamorato della Vergine Santissima proteggi la mia vita. Insegnami ad amare la preghiera del Santo Rosario come l’amavi tu, guidami nel mio cammino di conversione e chiedi alla Madonna di rafforzare la mia fede in Gesù e nella Chiesa.
Gloria al Padre …
O glorioso Santo protettore dei giovani, veglia sui bambini e sui giovani del mondo, tu che tanto ti prodigasti in vita per insegnare la fede ai ragazzi che incontravi desideroso che nessuno di loro offendesse Dio, raccogli i giovani lontani dalla fede proteggili dalle insidie del male e semina nei loro cuori la fiducia in Cristo.
Gloria al Padre …