Questo Santo di origini ebraiche fu uno dei primi membri dell’Ordine Carmelitano e venne ucciso per la sua fede a Leocata, in Sicilia.
Sant’Angelo di Gerusalemme (2 marzo 1185, Gerusalemme – 5 maggio 1225, Licata) nacque a nella Città Santa nel 1185 da genitori ebrei di Gerusalemme, convertiti al cristianesimo dopo una visione di Maria Santissima.
Ella disse loro che il Messia che stavano aspettando era già venuto e aveva redento il Suo popolo, promettendo loro due figli, che sarebbero cresciuti come rigogliosi ulivi sulle alture del Carmelo, uno come patriarca e l’altro come un glorioso martire.
Fin dall’infanzia i due gemelli, Angelo e Giovanni, mostrarono grandi doti intellettuali e spirituali. In seguito, all’età di diciotto anni, entrarono nell’Ordine Carmelitano, parlando già greco, latino ed ebraico.
Conosciuto come Angelo di Sicilia, il santo è stato uno dei primi Carmelitani a recarsi nell’isola sicula dal Monte Carmelo. Eremita sul Monte Carmelo da cinque anni, Nostro Signore Gesù gli apparve e gli disse di andare in Sicilia, dove avrebbe avuto la grazia di offrire il sacrificio della sua vita. Il santo obbedì subito alla chiamata. Durante il suo viaggio dall’Oriente, così come dopo il suo arrivo in Sicilia, convertì molti peccatori con il suo insegnamento e grazie ai suoi miracoli.
A Palermo, oltre duecento ebrei chiesero il battesimo come risultato della sua predicazione. Successi simili accompagnarono i suoi sforzi a Leocata, ma suscitò la furia di un uomo chiamato Berengario, di cui aveva denunciato la spudorata malvagità.
Mentre predicava alla folla, una banda di capeggiati da Berengario fece irruzione tra la folla e lo pugnalò a morte mentre usciva dal dir Messa nella chiesa di San Giacomo, il 5 maggio del 1255. Angelo morì trafitto da cinque colpi: le cinque ferite come quelle che piagarono il corpo di Gesù lo fecero apparire veramente un alter Christus. Cadde in ginocchio e morì pregando per il popolo, ma soprattutto per il suo assassino. Sant’Angelo da Gerusalemme è stato nominato patrono di Licata, Sant’Angelo Muxaro e Osidda in Sicilia.
Elisa Pallotta
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