Ebreo di nascita, Sant’Angelo da Gerusalemme diventerà un ardente predicatore carmelitano e darà la vita per la verità.
Prima di morire perdonerà il suo uccisore. Aveva attirato il suo odio come il Battista si era attirato quello di Erode e Erodiade.
Il santo festeggiato oggi nasce nel XII secolo – si fa la data del 1185 – a Gerusalemme. Ebreo di nascita e anche di religione finché la madre, convertendosi alla fede cristiana, non condurrà alla fede anche lui e il fratello gemello. I due figli saranno infatti battezzati insieme.
Ma non solo: alla morte dei genitori i due gemelli decideranno entrambi di farsi monaci sul Monte Carmelo, in Palestina. L’Ordine del Carmelo, che la tradizione dice fondato direttamente dal Profeta Elia, e nel quale, da tempi remoti, era fiorente la devozione per la Vergine Maria, poteva essere considerato un felice punto d’incontro tra la fede ebraica e la rivelazione cristiana. Dunque il Carmelo sarà un approdo ideale per i due gemelli, oltre che inimitabile palestra per il loro perfezionamento spirituale.
Proprio in quel momento San Broccardo stava dando ai solitari del Carmelo una precisa e definitiva regola di vita che ne permetterà l’espansione in tutti i paesi. Diventato sacerdote, Angelo percorre le regioni della Palestina lascia dietro di sé la traccia di numerosi miracoli. Dopo aver fatto ritorno al Carmelo viene mandato a Roma dai superiori. Gli viene affidato un compito importante: sottoporre al Papa Onorio III la regola adottata da San Broccardo.
Onorio, che pochi anni dopo avrebbe confermato anche la regola di San Francesco, approva la regola carmelitana. Compiuta la sua missione, Angelo viene mandato in Sicilia a predicare.
Allora l’isola era piena di eretici Patarini, che contrastarono in maniera vivacissima la predicazione del monaco Angelo. Si trattava di un’opposizione tutt’altro che teorica, della quale aveva fatto le spese il primo martire domenicano: San Pietro da Verona, ucciso a Milano proprio dai Patarini.
La stessa sorte – il martirio – tocca a Angelo, ucciso a Licata dagli sgherri di un dissoluto e potente signorotto, un certo Berengario, che viveva una relazione incestuosa. Il predicatore carmelitano convince la compagna di Berengario a lasciarlo, attirandosi il suo odio come era capitato a Giovanni Battista con Erode Antipa.
Così verrà colpito a morte, trafitto da cinque colpi di spada dei sicari di Berengario all’uscita della chiesa di San Giacomo. Angelo muore quattro giorni dopo per le ferite riportate nell’agguato, il 5 maggio 1255. Prima di morire chiede agli abitanti e ai fedeli di perdonare il suo uccisore.
O glorioso Sant’Angelo, gemma preziosa della mistica vigna del Carmelo, perfetto seguace del patriarca Elia, per l’immenso amore che portasti a Dio e alle anime, fino al martirio che sostenesti impavido qual novello Battista, a noi supplici riguarda, che attirati dai tuoi esempi e confortati dal tuo patrocinio a te ci affidiamo. Sostieni la nostra fede, rialza la nostra speranza ed infiammaci del desiderio di copiare le tue virtù al fine di dare gloria a Dio, che aspiriamo di possedere un giorno con te in Paradiso. Amen.
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