Gigante della carità materiale e spirituale, Madre Teresa di Calcutta volle sempre essere, come disse una volta, niente altro che una «piccola matita nelle mani di Dio».
Quella che per tutti resterà sempre e solo Madre Teresa di Calcutta nasce a Skopje (l’attuale capitale della Macedonia) il 26 agosto 1910 e muore a Calcutta, in India, nel settembre 2016.
Madre Teresa, al secolo Agnese Gonxha Bojaxhiu, viene al mondo in una famiglia che ama il Rosario e si prende cura dei più i bisognosi. A otto anni perde il padre e a diciotto realizza il suo sogno: diventare missionaria. Entrata nella Congregazione delle Suore Missionarie di Nostra Signora di Loreto, nel giro di qualche mese viene inviata in India. Qui prende il nome religioso di Teresa, sulla scia di santa Teresa di Lisieux.
Dopo aver preso i voti, per circa vent’anni insegna storia e geografia nel collegio di Entally, nella parte orientale di Calcutta. La sera del 10 settembre 1946, durante un ritiro spirituale in montagna, avverte la “seconda chiamata”: la volontà di Dio era che fondasse una nuova congregazione. «Mentre pregavo nel profondo del cuore, in silenzio, percepii nettamente una chiamata dentro la chiamata. Ed era un messaggio molto chiaro: dovevo abbandonare il convento per consacrarmi al servizio dei poveri, vivendo in mezzo a loro. Era un comando. E percepivo chiaramente da dove esso veniva. Ciò che restava oscuro era la maniera di rispondere. In altri termini: sapevo perfettamente dove dovevo andare, ma ignoravo come arrivarci. Ho sentito intensamente che Gesù voleva che io lo servissi nei poveri, negli abbandonati, tra gli abitanti degli slums, tra gli emarginati, tra coloro che non hanno alcun rifugio. Gesù mi invitava a seguirlo, a servirLo in una povertà reale, abbracciando un genere di vita che mi rendesse simile ai bisognosi: perché è là che Egli vive, che Egli è presente».
In mezzo ai più poveri tra i poveri
Teresa capisce a fondo l’essenza della sua vocazione. E risponde a questa chiamata imperiosa che le ingiunge di uscire, diremmo oggi, dalla “confort zone”. Il 16 agosto 1948 esce perciò dal collegio per andare a condividere la vita degli ultimi, dei più poveri tra i poveri. Un gruppo di giovani decide di seguire il suo esempio di carità incondizionata: è il primo nucleo della Congregazione delle Missionarie della Carità, che poi si espanderà quasi ovunque nel mondo.
Per più di quarant’anni consacra la sua vita ai poveri, ai malati, ai derelitti, ai moribondi, agli emarginati. Tutti gli esclusi trovano ristoro fisico e spirituale nella congregazione delle Missionarie della Carità.
Parole nette in difesa dei bimbi abortiti
Tra gli esclusi ci sono anche i bimbi soppressi con l’aborto. Madre Teresa lo ricorda in un memorabile discorso del 1979, quando le viene consegnato il Nobel per la pace: «Sento che oggi il più grande distruttore di pace è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta – un omicidio diretto da parte della stessa madre. […] Perché se una madre può uccidere il suo proprio figlio, non c’è più niente che impedisce a me di uccidere te e a te di uccidere me».
Il segreto della carità di Madre Teresa
A chi le aveva chiesto il segreto della sua carità, Teresa – che ogni giorno passava almeno tre ore a pregare e adorare il Santissimo – una volta rispose con la celebre immagine della matita: «Quando si legge una lettera, non si pensa alla matita con cui essa è stata scritta. Si pensa a colui che ha scritto la lettera. È esattamente questo ciò che io sono nelle mani di Dio: una piccola matita. È Dio, Lui in persona, che scrive a modo suo una lettera d’amore al mondo, servendosi della mia opera».
Madre Teresa muore a Calcutta il 5 settembre 1997. Beatificata da San Giovanni Paolo II il 19 ottobre 2003, viene fatta santa da Papa Francesco domenica 4 settembre 2016.
Preghiera di Santa Teresa di Calcutta
Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo,
quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante,
fammi condividere la croce di un altro;
quando non ho tempo,
dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato, fa che io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della comprensione degli altri,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si occupi di me,
mandami qualcuno di cui occuparmi;
quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona.
Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli
Che in tutto il mondo vivono e muoiono poveri ed affamati.
Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano,
e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia.