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Oggi 6 aprile: San Pietro da Verona. Il suo assassino miracolosamente si converte

Frate domenicano e martire, San Pietro da Verona lotta contro le eresie e dalla sua morte violenta fiorisce la grazia della conversione.

La figura di San Pietro da Verona si colloca alla fine del XII secolo proprio nella città veneta che si associa al suo nome. Nacque in una famiglia eretica che seguiva il catarismo e il manicheismo. Per tutta la vita la lotta alle eresie sarà una costante del suo operato e questa lotta per affermare la verità sorse in lui molto presto.

San Pietro da Verona – photo web source – lalucedimaria.it

Infatti fin da bambino Pietro ricevette il dono della vera fede e riesce ad opporsi ai suoi parenti. All’età di 7 anni venne a contatto con il il cristianesimo e imparò a recitare il Credo. È certamente un esempio di come la fede sia un dono di grazia e non frutto di un’acquisizione propria anche se la volontà e la ricerca di Dio e della verità deve essere sempre presente ed è correlata. Pietro ebbe anche una formazione religiosa che fu poi accresciuta dagli studi che, da grande, compì a Bologna.

Da frate predicatore lotta per debellare le eresie

È proprio quando studiava all’Università di Bologna che conobbe San Domenico di Guzman ed entrò nell’Ordine dei Frati Predicatori. Secondo quanto riporta il Martirologio Romano “ricevette l’abito dallo stesso San Domenico“. Iniziò la sua attività di predicazione in diverse città dell’Italia centro – settentrionale. Secondo fonti storiche partecipò alla fondazione delle Società della Fede e delle Confraternite Mariane a Milano, Firenze ed a Perugia. Erano istituzioni a difesa della dottrina cattolica da cui poi sorsero dei conventi domenicani.

San Pietro da Verona – photo web source – lalucedimaria.it

Su mandato dei pontefici si adoperò per debellare l’eresia catara che vi si era diffusa enormemente e nel 1244 fu inviato a Firenze per un’altra missione di questo tipo in cui ottenne molti risultati positivi e quindi numerose conversioni portando la gente sulla retta via. Le sue prediche brillanti, efficaci e piene di fervore furono prese a modello anche dai sette fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria di cui divenne il padre spirituale.

Era ovviamente molto avversato e dovette affrontare un mare di ostilità che gli si riversò contro. Non solo lo attaccavano gli eretici, ma anche molti cattolici che non condividevano il suo rigore e la sua austerità di vita così come la sua stretta aderenza alla Sacra Scrittura. Ricevette anche gli attacchi del cosiddetto fuoco amico, ma affrontava tutto con la forza che gli veniva dalla fede.

Martire per la difesa della fede

Nel 1251 Innocenzo IV lo nominò inquisitore per la Lombardia e lì dovette scontrarsi con le opposizioni delle sette catare che in diverse città organizzarono una vera e propria cospirazione contro di lui. Non temeva di morire e ogni volta che celebrava l’Eucarestia pregava affinché avesse il martirio gli fosse concesso come grazia. Il 6 aprile 1252 mentre da Como stava andando verso Milano un sicario mandato dalle sette catare gli tese un attentato. Lo ferì alla testa con un colpo di falcastro e gli spaccò il cranio. Insieme a lui rimase ucciso anche il confratello che lo accompagnava, di nome Domenico.

San Pietro da Verona – photo web source – lalucedimaria.it

Commuove profondamente l’ultimo gesto che compì prima di morire. Si racconta infatti che poco prima di spirare riuscì ad intingere un dito nel suo sangue e scrivere a terra la frase Credo in unum DeumIl colpo finale gli venne sferrato dal sicario con una pugnalata al petto. Il suo corpo fu poi trasportato a Milano e dal 1340 è custodito nell’ Arca di San Pietro Martire posta all’interno della Basilica di Sant’Eustorgio.

Il suo culto si espanse rapidamente, anche grazie ai miracoli attribuiti alla sua intercessione e la sua canonizzazione arrivò in tempi rapidissimi, a meno di un anno dalla sua morte, precisamente dopo undici mesi. Sicuramente anche grazie alla sua intercessione l’uomo che lo uccise, che si chiamava Carino Pietro da Balsamo, si pentì. Si convertì e tempo dopo entrò come converso nel convento domenicano di Forlì. Morì in fama di santità e dal 1822 è venerato come beato. Questo rappresenta sicuramente una delle grazie più grandi scaturite dalla preghiera di San Pietro da Verona.

Romana Cordova

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Romana Cordova

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