Appartenente alla Compagnia di Gesù, a causa dell’aggravarsi delle persecuzioni contro i cristiani in Oriente, viene condannato a morte e al supplizio, allo stesso modo di Gesù. Lui e i suoi compagni sono lieti di morire come il Signore, al quale mai avevano sottratto la loro fede.
La chiesa celebra questo Santo insieme ai suoi compagni martiri, appartenenti anch’essi all’ordine Gesuita e a quello dei Frati Minori.
In questo sesto giorno del mese di febbraio, la chiesa venera San Paolo Miki e i suoi compagni. Nato nei pressi di Kyōto da una nobile famiglia giapponese, riceve il battesimo a 5 anni e a 22 entra nei gesuiti come novizio.
Egli appartenne al gruppo imponente dei primi convertiti giapponesi dopo il più antico tentativo di evangelizzazione di quel paese portato avanti da San Francesco Saverio, che era stato in Giappone verso il 1550, e vi aveva gettato i primi fertili semi dell’apostolato cristiano.
Il gesuita giapponese Paolo è un ottimo predicatore. Viene considerato il migliore del proprio tempo, e di lui si diceva che “mostrava il suo zelo più con i sentimenti affettuosi che con le parole“.
La diffusione del Cristianesimo è inizialmente tollerata dalle autorità locali, ma nel 1587 il daimyō Toyotomi Hideyoshi muta il suo atteggiamento nei confronti degli occidentali ed emana un decreto di espulsione dei missionari stranieri.
L’ostilità antieuropea raggiunge il suo culmine nel 1596, quando si scatena una persecuzione contro gli occidentali, quasi tutti religiosi, e i cristiani, considerati traditori. Nel dicembre di quell’anno, Paolo Miki viene arrestato insieme ad altri due compagni giapponesi del suo ordine, sei frati missionari spagnoli e i loro diciassette discepoli locali, terziari francescani.
Vengono crocifissi sulla collina di Tateyama, nei pressi di Nagasaki. Secondo la “Passio”, Paolo ha continuato a predicare anche sulla croce, fino alla morte.
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O Dio, forza dei martiri,
che hai chiamato alla gloria eterna san Paolo Miki e i suoi compagni
attraverso il martirio della croce,
concedi anche a noi per loro intercessione di testimoniare
in vita e in morte la fede del nostro Battesimo.
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