Nella solennità dell’Epifania si commemora la visita dei Re Magi al Bambino Gesù con cui si manifesta a tutte le genti.
Il termine Epifania, dal greco, vuol dire letteralmente “manifestazione”. Nella solennità che si celebra il 6 gennaio si ricorda la manifestazione di Dio fatto Uomo ai Re Magi arrivati dall’oriente appositamente per adorarlo. Questi sapienti tradizionalmente hanno seguito la stella cometa che ha indicato loro la strada da percorrere per giungere a colui la cui nascita era stata profetizzata.
I Magi, che la tradizione cristiana identifica con i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, erano molto probabilmente sapienti persiani e hanno affrontato un lungo cammino spinti dal desiderio di conoscere la Verità fatta carne. Hanno aperto le loro menti e i loro cuori al mistero e si sono presentati davanti al Bambino e alla Sacra Famiglia portando doni con simboli messianici. L’oro, l’incenso e la mirra, avevano dei significati ben precisi.
Il primo era simbolo della regalità del Bambino di Betlemme, il secondo rappresentava il suo sacerdozio e la terza era la prefiguraizone della Passione e morte di Gesù perché era l’unguento che veniva usato all’epoca per la sepoltura dei corpi.
La manifestazione del Signore non avviene in modo eclatante e pomposo: quello che viene riconosciuto e adorato è un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia tra le braccia di sua madre. Non mostra di essere il Messia in modo vistoso e potente, ma nella più grande umiltà.
Il viaggio dei Magi, intrepido e coraggioso
Questi sapienti principi studiosi di astronomia decisero di intraprendere un viaggio colmo di incertezze. Seguivano una stella, senza sicurezze, con coraggio, l’agire del cuore, perchè credevano nelle profezie che indicavano la nascita del Re dei Giudei, il Messia, il Salvatore del mondo. Partirono quindi per un’avventura in modo intrepido e coraggioso, con la forza di una fede che era già nata in loro.
“Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” è questo che sappiamo dal Vangelo di Matteo (2, 12).
Grande è la gioia: la ricompensa dopo il lungo cammino, dopo aver lasciato le loro certezze in nome della fede. Prima di essere adorato dai Magi il Bambino Gesù era già stato adorato dai pastori, la notte in cui nacque. Furono i primi ad accorgersi della sua grandezza. Mentre i pastori erano gli ultimi del suo popolo, i Re Magi sono sapienti e pagani.
A loro Dio aveva parlato attraverso la natura, la stella come indicazione. Ma in loro c’era già stata un’apertura di fede: avevano creduto alle profezie. Anche i pagani adesso avevano riconosciuto l’Uomo – Dio: la manifestazione agli uomini era compiuta.