Santa Maria Goretti è la ragazzina morta martire per conservare la sua purezza dalle insidie di un giovane bramoso.
Prima di ritornare tra le braccia del Padre darà una sconvolgente testimonianza dell’amore cristiano per il nemico.
Maria Goretti era nata nel 1890 a Corinaldo, nelle Marche. È la maggiore dei cinque figli di una famiglia costretta dalla fame a trasferirsi lungo il litorale tirreno per cercare lavoro. I Goretti emigrano così gli stagni malsani della palude di Ferriere di Conca, nell’Agro Pontino presso Nettuno.
Anche qui la vita è dura e l’abitazione malsana. Le zanzare infestano l’aria e la malaria miete molte vittime. Tra loro c’è anche papà Luigi. Un giorno il capofamiglia dei Goretti viene trovato esanime e agonizzante ai margini della palude.
Le grandi verità che indirizzano la vita di Maria
Alla morte del padre Maria ha soltanto dieci anni. Da questo momento incomberà su di lei il compito di curarsi dei fratelli più piccoli per dar modo a mamma Assunta di proseguire col lavoro nei campi e mantenere la famiglia rimasta orfana del padre.
Totalmente presa dalle faccende domestiche, Marietta può andare soltanto saltuariamente a scuola e a catechismo. Quel tanto che le basta per assimilare alcune decisive nozioni che indirizzeranno la sua esistenza, ovvero l’amore che Dio nutre per noi e il dovere di ricambiarlo; il peccato come radicale negazione dell’amore divino, male supremo (più ancora della povertà) contro il quale abbiamo a disposizione l’arma della preghiera.
Insidiata dal figlio della famiglia vicina
Maria è dodicenne nel 1903 quando riceve la prima comunione. Ancora è una bambina, ma la durezza della vita l’ha fatta maturare rapidamente facendola sembrare anche più grande dell’età che ha.
Un giorno su di lei punta gli occhi un ragazzotto diciottenne, un certo Alessandro Serenelli, figlio della famiglia dei vicini, inselvatichito dalla solitudine delle paludi che avevano acceso le sue fantasie sessuali. Il giovane inizia a vessare Maria con proposte oscene, arrivando a minacciarla.
Insistere però non gli serve a nulla. Maria non gli risponde neanche e in Alessandro monta la rabbia per essere stato rifiutato, la passione in lui si alimenta fino a diventare incendiaria. Un giorno decide così di passare all’azione, sorprendendo Maria mentre si trova in cucina da sola. Mamma come al solito è fuori a lavorare nei campi.
All’improvviso Alessandro spunta in cucina. In pugno ha un coltello di 24 centimetri. Ciò che vuole non potrebbe essere più evidente. Ma Maria non cede alle sue oscure minacce. «No, no! Dio non vuole, è peccato», urla mentre Alessandro le fa balenare sotto lo sguardo la lama del coltello. Marietta resiste anche quando Alessandro comincia selvaggiamente a crivellarla di colpi. Affonda il colpo per ben quattordici volte: quando la lascia moribonda sul pavimento, a terra c’è un bagno di sangue.
La Santa della purezza
Maria viene trasportata all’ospedale di Nettuno, ma per lei c’è poco da fare. Muore il giorno seguente, il 6 luglio 1902. Prima di morire concede il perdono al suo uccisore. «Per amore di Gesù gli perdono, e voglio che venga con me in paradiso», dice Maria con le poche forze rimaste.
Se è vero, come ha detto Chesterton, che «ogni generazione è convertita dal santo che più la contraddice», si può senz’altro concordare con chi ha visto in Maria Goretti, martire della purezza, una delle Sante più caratteristiche del nostro tempo. Un autentico segno di contraddizione in mezzo a un mondo che idolatra sensualità e cupidigia. Papa Pio XII ne ha riconosciuto la santità il 24 giugno del 1950.
Il più grande miracolo della piccola Maria rimane quello della conversione del suo assassino, Alessandro Serenelli. «Mi è apparsa in sogno tra i fiori di un giardino», racconterà Alessandro. Alla canonizzazione di Maria assisterà anche lui, con indicibile commozione.
Diventato un uomo nuovo, l’assassino di Maria Goretti morirà a novant’anni nell’infermeria dei Cappuccini a Macerata, invocando la sua vittima di un tempo come propria salvatrice.