Da Pio IX arriva la chiamata di questa madre e moglie a lasciare tutto per la vocazione religiosa, dopo aver sperimentato grandi sofferenze
La Beata Anna Rosa Gattorno (Genova, 14 ottobre 1831 – Roma, 6 maggio 1900) nacque al secolo come Rosa Maria Benedetta in una famiglia benestante di sei figli. Si sposò nel 1852 ed ebbero tre figli. La famiglia si trasferì a Marsiglia, in Francia, ma dovette tornare a Genova a causa di problemi finanziari. Durante questo periodo, il loro figlio maggiore si ammalò e rimase muto e sordo. Poi, il marito di Rosa morì nel 1858 e pochi mesi dopo il suo figlio più piccolo morì di malattia.
Fu proprio la sua sofferenza che la portò a una maggiore compassione per coloro che soffrono. Continuò a prendersi cura dei suoi due figli, sempre teneramente amati, ma nel contempo iniziò a sviluppare una fervida vita spirituale e si avvicinò attivamente ad altri che erano poveri o infermi.
Preferiva il nascondimento, ma divenne nota per la sua santità che fece sì che venne sempre più cercata da chi aveva bisogno di lei.
Sotto la guida del confessore don Giuseppe Firpo, emise i voti privati perpetui di castità e di obbedienza; successivamente anche quelli di povertà nel 1861, come terziaria francescana.
Nel 1862 ricevette il dono delle stimmate occulte, che percepirà maggiormente nei giorni di venerdì.
Sposa e madre esemplare, senza mai trascurare i suoi figli, in una maggiore disponibilità imparò a condividere le sofferenze degli altri, e si prodigò in un apostolato di carità. dedicandosi ai malati negli ospedali e nelle loro case.
Avvertì inoltre una chiamata a fondare una propria comunità religiosa.
Le Associazioni cattoliche di Genova se la contendevano, e anche se tutti intorno a l’incoraggiavano a seguire la sua chiamata, non voleva che ai suoi figli venissero a mancare le sue cure.
Nel 1866 chiese così l’autorevole parere di Papa Pio IX sul da farsi, con la segreta speranza che lui la sollevasse da tale incarico.
Il Pontefice, nell’udienza del 3 gennaio 1866, le consigliò invece di iniziare subito la fondazione, e alla fine accettò dunque di compiere la volontà del Signore.
Nello stesso anno fondò l’ordine delle “Figlie di S. Anna, madre di Maria Immacolata”. Vestì l’abito religioso nel 1867, e l’8 aprile 1870 fece la professione religiosa insieme a 12 consorelle, prendendo il nome di Anna Rosa.
La loro missione era quella di prendersi cura dei poveri e dei malati. Quando morì nel 1900, 3.500 suore si erano unite all’ordine, vivendo in 368 comunità in tutto il mondo. Costruirono ostelli e scuole, dedicandosi in particolar modo ai sordomuti. Oggi, l’ordine è associato al Movimento della speranza, all’Ordine contemplativo delle Figlie di Sant’Anna e ai Figli di Sant’Anna.
Elisa Pallotta
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