Giovane allievo di San Giovanni Bosco, sin da bambino sentiva già in sé la consapevolezza di cosa significhi l’essere un cristiano. La sua vita è stata percorsa speditamente verso la “via della cristiana perfezione”.
La sua festa liturgica è il 9 marzo ma, per la Famiglia Salesiana, ricorre anche il 6 maggio. E’ uno dei più giovani Santi della storia della Chiesa.
In questo sesto giorno del mese di maggio, la chiesa venera San Domenico Savio. Nasce in una frazione di Riva presso Chieri. Domenico, per l’intervento del suo professore don Cagliero, parroco di Mondonio, incontra don Bosco a Morialdo il 2 ottobre 1854. Dopo un breve dialogo, mostrata l’intenzione di diventare sacerdote se avesse avuto la possibilità di studiare, don Bosco decide di farne un suo allievo nell’oratorio di Valdocco, a Torino.
Si distingue per l’assiduità ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia e per la devozione all’Immacolata Concezione. Nell’estate del 1856 scoppia un’epidemia di colera e don Bosco raduna 44 giovani per soccorrere gli ammalati. Domenico, come gli altri volontari, non riporta, come promesso dal santo, alcun danno.
A sette anni riceve la Prima Comunione, per la quale scrive alcune righe nelle quali riassume il suo progetto di vita:
Quando San Giovanni Bosco chiede ai ragazzi della sua parrocchia di scrivere su un bigliettino quello che desiderano, Domenico scrive: “Mi aiuti a farmi santo“.
Il sacerdote gli risponde con i cosiddetti “segreti della santità“:
La sua salute cagionevole cede, però, alla tubercolosi e Domenico muore, non ancora quindicenne, il 9 marzo 1857.
La memoria liturgica è il 9 marzo. Cadendo questo giorno nel periodo di quaresima, la Famiglia Salesiana e le diocesi della Regione Pastorale Piemontese hanno spostato la celebrazione al 6 maggio.
È patrono dei “pueri cantores”, dei ministranti e delle gestanti.
O amabile San Domenico Savio,
che nella tua breve vita di adolescente
fosti mirabile esempio di virtù cristiane,
insegnaci ad amare Gesù col tuo fervore,
la Vergine Santa con la tua purezza,
le anime con il tuo zelo;
e fa che, imitandoti nel proposito di farci santi,
sappiamo come te preferire la morte al peccato,
per poterti raggiungere nell’eterna felicità del Cielo.
Così sia!
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