Vescovo irlandese, Sant’Emiliano è ricordato per il suo pellegrinaggio a Roma e il miracoloso ritrovamento del suo corpo sepolto.
Su Sant’Emiliano si hanno poche informazioni. Le notizie più certe riguardano la data di morte che a quella di nascita. La sua vita si colloca nell’VIII secolo. Spesso confuso con Sant’Emiliano di Trevi, ma anche con Sant’Emiliano di Valence o con l’omonimo santo di Dusostoro, o con Sant’Emiliano della Cogolla o di Cizico.
Sono diversi i casi di omonimia, ma Sant’Emiliano vescovo d’Irlanda ha vissuto in un’epoca diversa e ha la sua specifica storia. Della sua vita si sa molto poco. Le fonti scritte narrano che era un monaco irlandese diventato vescovo e che intraprese un lungo pellegrinaggio verso Roma per visitare e pregare sulla tomba dell’apostolo Pietro.
Dopo aver compiuto questo viaggio quando aveva iniziato il cammino di ritorno nella sua terra Sant’Emiliano si ammalò gravemente e morì in Emilia – Romagna, a Faenza, luogo in cui tuttora riposano i suoi resti.
Il ritrovamento miracoloso del corpo e i prodigi
L’unico elemento che si attesta con maggior certezza è il dato cronologico della sua morte. Si colloca in una data precedente alla conquista di Faenza da parte dei Longobardi di Liutprando, che avvenne nel 740.
Il collegamento è relativo alla perdita della memoria del suo sepolcro causata proprio dalle rovine derivate dalla guerra.
Sant’Emiliano morì con fama di santità, e come risulta dalle fonti, costituite principalmente dalla Bibliotecha Sanctorum IV, è attestato un miracoloso ritrovamento del suo corpo nei secoli successivi. Legati a questo sembra si verificarono numerosi eventi prodigiosi nel corso del tempo, che aumentarono la fama di questa figura e la diffusione del suo culto.
Nella città di Faenza esisteva una chiesa in onore di Sant’Emiliano già dal XII secolo. Ma è con un sinodo nel 1321 che il suo culto fu esteso e venne ordinato che in tutta la città e nei borghi fosse celebrata una festa.
Come risulta da un calendario faentino che risale alla prima metà del XV secolo, la data della festa era fissata per il 6 novembre e poi, dal 1512 fu decretato che diventava un precetto in tutta la città.
Le reliquie di Sant’Emliano furono tumulate nella chiesa di san Clemente, successivamene sono state trasferite nella chiesa di Santa Maria del Conte che da quel momento ne prese il nome. In epoca napoleonica la chiesa fu chiusa al culto e le sue reliquie furono traslate nella Cattedrale.
Attualmente i resti mortali del Santo si trovano proprio lì, Cattedrale di Faenza, all’interno di un’arca marmorea che è stata fatta costruire nel Quattrocento.