Dottore della Chiesa e patrono di Milano, Sant’Ambrogio fu un vescovo molto amato che non ebbe timore di sfidare i potenti.
Nato nel 334 a Treviri, in quella che era la Gallia, Sant’Ambrogio apparteneva ad una nobile famiglia. Il padre morì qiuando lui era ancora bambino e con la madre, la sorella Marcellina e il fratello Satiro si trasferì a Roma.
Negli anni della crescita fece studi di retorica, diritto, ma anche musica e letteratura. Era un catecumeno con una solida formazione cristiana. Divenne prefetto del pretorio e a 25 anni fu inviato a Sirmio in Pannonia. Successivamente ebbe l’incarico di governatore in varie province, prima in Liguria e nell’Emilia e poi a Milano.
La sua storia si legò indissolubilmente a questa città perchè ne divenne il vescovo. Non era ancora nemmeno battezzato, ma per acclamazione ricevette il titolo episcopale. Il popolo era in agitazione perché fremevano le dispute tra cattolici e ariani e il periodo era di grande confusione.
Ambrogio era una figura che rappresentava l’equità e i valori più retti e per questo fu acclamato dalla popolazione che gridò “Ambrogio vescovo!“.
Il grande pastore di Milano
Dopo un primo momento di smarrimento ed esitazione Ambrogio accettò e fu battezzato prima di diventare a tutti gli effetti vescovo della città meneghina. Era il 30 novembre 373 e solo alcuni giorni dopo, il 7 dicembre riceveva la consacrazione episcopale.
Proprio questa data è stata scelta per la memoria liturgica invece del giorno della morte, il dies natalis, come accade in genere.
Vescovo tanto apprezzato e amato dai fedeli, Sant’Ambrogio manifestava doti di grande carità fornendo aiuto e sostegno concreto a tutti coloro che si rivolgevano a lui.
All’attività pastorale, che svolgeva inmodo instancabile, affiancava anche la scrittura di diverse opere esegetiche, moreali e ascetiche e anche inni destinati al canto.
Mite di carattere, ma al tempo stesso molto fermo sui principi e forte difensore della dottrina dalle eresie, prima tra tutte quella ariana, il vescovo Ambrogio seppe tener testa ai potenti e non si lasciava intimidire.
Si narra che dopo che Teodosio compì un eccidio a Tessalonica Ambrogio gli impose una pubblica penitenza e l’imperatore dovette accettarla e metterla in atto.
Il culto a Sant’Ambrogio
Sant’Ambrogio morì inaspettatamente il 4 aprile 397 e venne accolto nella basilica a lui intitolata. Il suo operato a Milano lasciò profondi segni nella diocesi e in tutta la città.
La predicazione della Parola di Dio unita alla dottrina della Chiesa, l’attenzione ai problemi relativi alla giustizia sociale, la denuncia degli errori nella vita politica e civile e l’accoglienza dei popoli lontani sono state parte dell’eredità che Sant’Ambrogio ha lasciato.
Nella liturgia introdusse elementi delle liturgie orientali e compose inni sacri in uno stile musicale ideato da lui stesso e definito poi “canto ambrosiano”. Proclamato Dottore della Chiesa è patrono di Milano e della Lombardia.
Preghiera a Sant’Ambrogio
Umile e glorioso Sant’Ambrogio
che hai combattuto e sofferto per le eresie del tuo tempo,
condiviso con i poveri la mancanza
dei beni vitali donando tutti i tuoi averi,
ricercato costantemente di osservare la volontà di Dio
anche contro gli Imperatori
e convertito cuori duri alla fede in Gesù
come il cuore ostinato di Sant’Agostino,
ti chiedo la grazia di essere nella vita
difensore della fede cristiana
e rispettoso dei fratelli di altra fede,
di riconoscere e aiutare le persone bisognose
sia nel corpo che nello spirito
e di farmi abbagliare solamente
dall’amore misericordioso di Dio.
Amen