Panteno nasce in Sicilia, si converte in età adulta al cristianesimo dopo essersi formato alla scuola filosofica dello stoicismo.
Vive ad Alessandria, in Egitto, la capitale intellettuale del mondo antico, dove insegna alla famosa scuola catechetica nota come Didaskaleion, la cui fondazione potrebbe risalire all’epoca di san Marco Evangelista.
Tra i suoi allievi anche sant’Alessandro di Gerusalemme e il famoso teologo Clemente Alessandrino, che gli succederà come direttore della scuola.
Tutti gli antichi sapienti parlano con ammirazione di Panteno. Clemente Alessandrino, che si vanta di esserne stato discepolo, scrive di aver trovato la pace negli insegnamenti del maestro, che soprannomina “ape sicula” paragonandolo appunto a un’ape capace di raccogliere, dai fiori, il nettare di una saggezza senza tempo, trasformandola poi in miele prelibato per alimentare le anime. San Girolamo attribuisce a Panteno diverse opere dottrinali, che però non ci sono state tramandate. Origene ne loda la grande preparazione filosofica e teologica.
Missionario in India
Poco altro si sa della vita di San Panteno, che muore attorno al 200 d. C. Su di lui c’è la testimonianza di Eusebio da Cesarea, il grande storico della prima Chiesa secondo il quale Panteno, inviato da San Demetrio, vescovo di Alessandria, sarebbe salpato nella seconda metà del II secolo per recarsi in India. È qui che avrebbe incontrato una comunità cristiana già evangelizzata dall’apostolo Bartolomeo, dal quale aveva ricevuto il Vangelo secondo Matteo in ebraico.
Pantenio, scrive Eusebio, «chiarissimo per la sua cultura, dirigeva la scuola dei fedeli. Secondo un’antica usanza, esisteva presso di loro uno studio delle sante lettere, che esiste ancora… Si dice che, a quei tempi, Pantenio soprattutto abbia brillato tra i maestri. Era uscito dalla setta filosofica di quelli che vengono chiamati stoici. Si racconta che mostrò tale ardore e tale entusiasmo per la parola divina, da farsi ammirare quale araldo dell’Evangelo di Cristo presso tutti i popoli dell’Oriente, e che si spinse perfino nella terra degli Indi. Vi erano allora, infatti, numerosi evangelisti della parola, desiderosi di dedicarsi con zelo divino all’imitazione degli Apostoli, per propagare ed edificare la parola di Dio. Pantenio fu uno di questi: si dice che si spingesse fino all’India. Dopo molti successi, diresse finalmente la scuola di Alessandria, dove spiegò oralmente e con gli scritti i tesori delle divine dottrine».
Martirologio romano
Commemorazione di san Panteno di Alessandria, che fu uomo pervaso di zelo apostolico e ricco di ogni sapienza.
Si tramanda che tali siano stati il suo interesse e l’amore per la parola di Dio, da partire, pieno di fede e di pietà, per portare l’annuncio del Vangelo di Cristo ai popoli sconosciuti delle lontane regioni d’Oriente; tornato infine ad Alessandria, riposò in pace al tempo dell’imperatore Antonino Caracalla.