Nipote dell’imperatore Domiziano, Santa Flavia Domitilla subisce il martirio nella persecuzione che suo zio perpetra verso i cristiani.
Nonostante le informazioni circa la vita e la storia di Santa Flavia Domitilla siano poche e lacunose di lei si sa che apparteneva alla famiglia imperiale. Nacque intorno all’anno 60 nella dinastia degli imperatori Flavi. Era figlia di Flavia Domitilla minore, perciò era nipote dell’imperatore Vespasiano e dei futuri imperatori Tito e Domiziano.
Perse la madre all’età di 9 anni, crebbe nell’ambiente del consolato romano e in età da marito sposò un cugino, il console Tito Flavio Clemente, nipote di Tito Sabino, fratello di Vespasiano. Di Flavia Domitilla parla Eusebio di Cesarea nella Storia Ecclesiastica (III, 18, 4) e ne fa menzione per raccontare che lei “insieme con numerose altre persone fu deportata nell’isola di Ponza per avere confessato Cristo“. Era qiuindi venuta a contatto con il cristianesimo e diventata cristiana pur essendo nata e cresciuta in ambiente pagano.
A citare Santa Flavia Domitilla è anche Dione Cassio, nella Historia romana (LXVII, 13-14) in cui rivela che “l’imperatore Domiziano tolse la vita, con molti altri, anche a Flavio Clemente, benché fosse suo cugino e avesse in moglie Flavia Domitilla, ella pure sua consanguinea“.
L’accusa era di ateismo, per aver abbandonato il culto agli dei pagani ed aver abbracciato la fede cristiana. La persecuzione comprendeva dopo la condanna la confisca dei beni, e infine la tortura e la morte cruenta. Secondo altre fonti Flavia Domitilla non fu relegata nell’isola di Ponza ma prima di essere uccisa fu esiliata nell’isola di Pandataria, oggi Ventotene. Aveva 7 figli e anche loro furono perseguitati.
Per molto tempo la figura di Flavia Domitilla fu confusa tra due persone diverse e molto simili. Cesare Baronio stabilì che realmente esistevano due donne dal nome identico ma ovviamente con storie differenti. Altri studiosi, fra i quali il Mommsen, l’Aubé e lo Styger, ritennero di poter identificare in una sola persona le due Domitille, e affermarono la presenza di errori e confusioni degli storici.
Anche grazie ad un’iscrizione ritrovata si fa identificare Flavia Domitilla con la nipote di Vespasiano e di Domiziano. L’iscrizione è attualmente conservata nella parete di fondo della basilica dei SS. Nereo e Achilleo sul viale delle Terme di Caracalla a Roma. Vi è riportata l’indicazione da Tazia Baucilla, nutrice dei sette figli di Flavio e di Flavia Domitilla, che aveva ottenuto il terreno per un sepolcro.
Il nome di Flavia Domitilla però non è presente né nella Depositio Martyrum, né nel Martirologio Geronimiano.
San Gerolamo scrisse di una pia vedova, “la più illustre donna del suo tempo“, e visitò “le celle dove ella subì un lungo martirio“. L’iconografia ha quasi sempre rappresentato Santa Flavia Domitilla con i capelli biondi, dai quali deriverebbe il nome Flavia, ma anche con una palma tra le mani, simbolo del martirio.
Non ci sono città delle quali è patrona, ma nel Lazio il suo culto è particolarmente sentito. Spesso è stata raffigurata insieme ai Santi Nereo e Achilleo in V secolo. Secondo tale leggenda sarebbero stati loro, che subirono pure la sorte del martirio, a convertirla alla fede cristiana. C’è anche un altro legame che unisce questi tre santi: sono tutti sepolti nelle catacombe situate sulla via Ardeatina, che prendono il suo nome, le catacombe di Santa Domitilla.
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