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Oggi 8 agosto, San Domenico di Guzman | La Madonna gli rivela la potenza del Rosario

Sacerdote e umile ministro di Dio, in particolare nei territori sconvolti dalle eresie, vive per sua volontà nella più semplice povertà. Fonda l’Ordine dei Frati Predicatori, e il suo intento è quello di ripristinare nella Chiesa la forma di vita degli Apostoli.

Ai suoi confratelli raccomanda di servire il prossimo con la preghiera, lo studio e il ministero della Parola.

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8 agosto: Domenico, dalla povertà alla predicazione

In questo ottavo giorno del mese di agosto, la Chiesa venera San Domenico di Guzman. Nato nel 1170, si distingue per la carità e la povertà che esercita.Riportare il clero all’austerità di vita autentica come lo erano gli Apostoli: questo è il suo intento e la sua ragione di vita.

Fonda a Tolosa l’Ordine dei Frati Predicatori. Un qualcosa di totalmente nuovo, basato sulla predicazione itinerante, il mendicare, una serie di regole monastiche, tutte affiancate allo studio della Parola di Dio.

San Domenico inoltre si convince immediatamente che bisogna soprattutto dare l’esempio e vivere in umiltà e povertà.

Secondo il racconto del beato Alano della Rupe, nel 1212 Domenico, durante la sua permanenza a Tolosa, ebbe una visione della Vergine Maria che gli consegnò il Rosario, come richiesta a una sua preghiera per combattere l’eresia albigese senza violenza.

Da allora il Rosario divenne la preghiera più diffusa per combattere le eresie e nel tempo, una delle più tradizionali preghiere cattoliche.

L’amore per il Rosario

La sua straordinaria devozione alla Madonna e l’amore per Dio Padre, hanno fatto di lui uno dei principali Santi predicatori della storia della Chiesa.

Il Rosario: la preghiera più dolce e forte allo stesso tempo. Nessuna arma o violenza per combattere le eresie: solo la preghiera del Rosario, la preghiera più cara alla Madre di Gesù, come strumento di conversione, che lui s’impegnò a diffondere.

Muore, sfinito dal lavoro apostolico ed estenuato dalle grandi penitenze, il 6 agosto 1221, nel suo amato convento di S. Nicolò delle Vigne a Bologna (oggi Basilica di San Domenico), in una cella non sua, perché lui, il fondatore, non ce l’ha.

Sale al cielo circondato dall’affetto dei suoi frati, cui rivolge l’esortazione “ad avere carità, a custodire l’umiltà e a possedere una volontaria povertà”.

Preghiera a San Domenico

O santissimo sacerdote di Dio, ottimo confessore ed egregio predicatore, beatissimo Padre Domenico, uomo eletto dal Signore, siamo ben lieti di averti speciale nostro avvocato presso il Signore nostro Dio.

A te io elevo il mio grido. Vienimi in aiuto. Io lo so, sì lo so, ne son certo che tu puoi farlo; e confido nel tuo grande amore perché tu lo voglia. Io spero che, per la grande familiarità che hai avuto con Cristo Gesù, egli non te lo negherà ed otterrai da lui tutto ciò che vorrai. Cosa, infatti, potrebbe negare a te, suo diletto, un tale amico? Tu, nel fiore della giovinezza, consacrasti a lui la tua verginità.

Tu, forgiato dal lavorio della grazia, ti votasti interamente al servizio di Dio. Tu, tutto lasciasti per seguire nudo il Cristo nudo. Tu, infiammato dallo zelo di Dio, ti spendesti tutto per la povertà perpetua, per la vita apostolica e la predicazione evangelica. E per questa grande opera istituisti l’Ordine dei Frati Predicatori. Tu, con i tuoi meriti e i tuoi esempi gloriosi, hai fatto rifulgere la santa Chiesa. Vieni dunque in mio aiuto, ti prego; in aiuto mio e di tutti quelli che mi sono cari.

Tu che cercasti con tanto zelo la salvezza del genere umano, vieni in aiuto al clero, al popolo cristiano, al sesso femminile così devoto. Prostrato ai tuoi piedi, te invoco quale mio protettore; te scongiuro e a te con fiducia mi affido. Accoglimi con bontà, custodiscimi, aiutami, fammi recuperare col tuo aiuto la grazia di Dio, fammi ritrovare la sua misericordia: che io possa meritare di ottenere quanto mi è necessario per la vita presente e quella futura.

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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