Quest’anno la Festa dell’Annunciazione del Signore che ricorda il grande evento dell’Incarnazione si celebra il lunedì della seconda settimana di Pasqua.
La memoria dell’Annunciazione data dall’Arcagnelo Gabriele alla Beata Vergine Maria, in cui le rivelava il concepimento verginale del Figlio di Dio è solitamente fissata per il 25 marzo, esattamente 9 mesi prima del Natale del Signore. Si tratta però di una cosiddetta “festa mobile” e quest’anno poiché tale giorno rientrava nella Settimana Santa la Chiesa ha scelto di spostare la memoria al lunedì della seconda settimana di Pasqua.
Sono il Vangelo di Luca e quello di Matteo a presentare l’evento dell’Annunciazione da parte dell’Arcangelo Gabriele a Maria. L’evangelista Luca narra che l’angelo Gabriele fu mandato da Dio nella città di Nazareth ad una vergine, promessa sposa di Giuseppe della casa di Davide. Il suo annuncio è straordinario: “Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine” (Lc 1, 28-33).
Il “sì” di Maria che porta la salvezza nella storia
La reazione della Beata Vergine Maria, prescelta tra tutte le donne e κεχαριτωμένη, il termine greco che la indica come “piena di grazia”, è quella che consente a Dio di compiere il suo piano di salvezza per l’umanità.
“Come è possibile? Non conosco uomo” ( Lc 1, 34): chiede Maria sorpresa dallo straordinario annuncio . L’angelo le risponde spiegandole ciò che sarebbe successo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio»” (Lc 1, 35-37).
Maria allora dice il suo “fiat”, acconsente a compiere la volontà di Dio con il più totale abbandono: modello supremo di fede. “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto “ (Lc 1, 38), sono le sue parole. Solo dopo l’angelo se ne andò.
Accade il grande mistero dell’Incarnazione: Dio si fa uomo nel grembo verginale di una giovane ragazza. Il suo consenso, la sua accettazione di una volontà, certamente incomprensibile alla sola regione umana, permette a Dio di incarnarsi per opera dello Spirito Santo e così di rivelarsi al mondo.
Origine e sviluppo della festa dell’Annunciazione
Ricerche storiche hanno stabilito che già nella prima metà del VI secolo, la Chiesa di Costantinopoli celebrava in modo solenne l’Annunciazione chiamata l’Euaggelismòs nella data del 25 marzo. Questa festa era sorta nell’ambito della celebrazione del Natale, come conseguenza o come preparazione. Giunta a Roma e poi in Spagna la solennità dell’Annunciazione con il concilio di Toledo del 656 era stata spostata al 18 dicembre. Così però andava a perdersi la correlazione cronologica con il Natale e con il periodo dell’Incarnazione ovvero della gestazione del bambino nel grembo della Madre.
Nel Medioevo fu spostata nuovamente al 25 marzo e veniva fatta coincidere più o meno in corrispondenza dell’equinozio di primavera a simboleggiare l’inizio della vita nuova. In quel periodo in molti luoghi segnava anche l’inizio dell’anno civile. Nel 1972 Paolo IV nel Messale nomina la festa come Annunciazione del Signore e la associa ad un ricco formulario. Successivamente, nell’esortazione apostolica Marialis cultus del 1974 la definisce come “festività di Cristo e insieme della Vergine”.
Festa mariana ma sempre ovviamente cristologica pone al centro l’inizio dell’entrata del Messia nella storia attraverso lo Spirito Santo nel grembo di Maria. La figura della Madonna è l’esempio della fede totale e incondizionata e quindi esemplare. San Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptoris Mater ha scritto: “Nell’Annunciazione, infatti, Maria si è abbandonata a Dio completamente, manifestando l’obbedienza della fede a Colui che le parlava mediante il messaggero e prestando “il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà”.