Oggi 8 gennaio, festa di San Severino Abate: con le sue prediche placa la ferocia dei pagani

 Abate del V secolo, si prodigò per evangelizzare le terre dell’attuale Austria e con la predicazione riuscì a placare la ferocia dei pagani.

Le maggiori informazioni sulla vita di San Severino abate, che si ricorda oggi 8 gennaio, provengono dal suo biografo, sant’Eugippio, che scrisse la Vita sancti Severini in 46 capitoli.

Si sa molto poco delle sue origini e la sua nascita si colloca all’incirca nel 470. Molto probabilmente era di famiglia romana, dal momento che è certo parlasse il latino in modo perfetto. Nella giovinezza era stato in Oriente.

Non ci sono informazioni precise anche perchè il suo biografo riteneva che per un santo la data di nascita corrispondesse all’eternità e l’unica patria è il Regno dei cieli.

Santo di oggi 8 gennaio: San Severino abate

Nel 455 sembra esser giunto presso i norici, popolazione che viveva nelle terre che corrispondono all’attuale Austria. Solo due anni prima Attila era andato via da lì lasciando distruzione e sgomento. San Severino raccontò ad un sacerdote che la sua missione era stata voluta e guidata da Dio. Gli disse infatti: “Sappi solamente che Colui che ti ha fatto la grazia di essere sacerdote, mi ha ordinato di venire in soccorso di questi sventurati“.

Aveva ricevuto anche diversi doni mistici. Viveva secondo uno stile di vita ascetico e quindi improntato all’essenzialità. Anche nel corso dell’inverno camminava scalzo, dormiva sul duro pavimento, si vestiva con solo una tunica e faceva penitenza con l’uso del cilicio.

Praticava molti digiuni e li intensificava nel periodo della Quaresima. Si dice che avesse il dono della profezia. Le sue prediche erano intense e ardenti e risultava convincente nel trasmettere la fede. Metteva in guardia i norici dagli attacchi dei pagani e li esortava a fare penitenza. Diceva loro: “I barbari sono molto vicini, chiudete le porte della città, mettetevi in stato di difesa e soprattutto pregate, fate penitenza“.

Grande evangelizzatore dalle prediche infuocate

La sua missione in quella terra si protrasse per oltre 30 anni durante i quali svolse tante attività e lasciò molte importanti opere. Fondò monasteri e fece costruire chiese, e soprattutto tramite lui e la sua fede arrivarono molte conversioni.

La gente lasciava il paganesimo per abbracciare il cristianesimo che era stato annunciato dal santo con passione. Proprio a seguito della sua accesa predicazione i pagani si convisero ad una mitezza che non era loro propria. Lo riconoscevano come uomo santo, pur non essendo credenti: erano colpiti dalle sue doti umane e spirituali.

Si narra che già in vita avvennero molte guarigioni per la sua intercessione. Usava digiunare a lungo e pregare per chiedere le grazie, che per volere di Dio, spesso arrivavano anche in modo eclatante, come veri e propri miracoli.

Per questo si diffuse la sua fama di taumaturgo. Si impegnava nel sociale anche sollecitando le autorità ad aiutare i poveri. Lottava per la liberazione dei prigionieri, si adoperava affinché fosse praticata la giustizia. Il suo operato era a tutto tondo, sia sotto l’aspetto spirituale che materiale.

Anche il il re degli Alemanni, Gibuldo, e il re degli Eruli, Odoacre andarono da lui per chiedergli consiglio e ricevere la sua benedizione. Morì nel 545 e prima predisse ai suoi monaci che dopo la sua morte sarebbero stati costretti a lasciare la regione. Inoltre, chiese loro di trasferire il suo corpo in Italia e la sua volontà fu rispettata.

Prima di spirare recitò il versetto “Ogni anima dia lode al Signore“: si racconta che furono le sue ultime parole. l corpo di san Severino si venera nella cappella a lui dedicata, nel Duomo di San Severino Marche. È patrono di Austria e Baviera.