Vescovo del II secolo, Sant’Apollinare di Gerapoli fu strenuo difensore della fede cristiana e per questo diede la vita.
Non sono molte le informazioni relative alla vita di Sant’Apollinare, se non che proveniva dalla città di Gerapoli in Frigia. Si sa per certo che visse nel II secolo sotto l’impero di Marco Aurelio. Il Martirologio Romano sottolinea che durante quell’epoca egli “rifulse per dottrina e santità“.
Sono queste le peculiarità per cui Sant’Apollinare viene ricordato attraverso il passare dei secoli: fu un apologeta che difede la sana e retta dottrina cristiana e manifestò grandi virtù di santità. Aveva una profonda e vasta cultura letteraria e filosofica e la sua attività di scrittore comprende numerose opere.
Scrisse diversi libri che però sono andati perduti. Alcuni erano indirizzati ai pagani in cui faceva conoscere la fede cristiana e la difendeva dagli attacchi e due opere dedicate ai giudei. Ma compose anche scritti sulla verità e sulla pietà.
Era un’epoca di persecuzione dei cristiani che venivano accusati, spesso anche da parte dei loro schiavi pagani, di immoralità e ateismo. Per queste accuse c’erano pene molto pesanti come i lavori forzati, ma in molti casi anche la morte. C’era chi cedeva e diventava apostata. Per questo Apollinare scriveva diventando un grande apologeta della fede cristiana.
Inoltre, rimane celebre anche la sua apologia indirizzata all’imperatore Marco Aurelio in cui sottolinea l’importanza della preghiera e dei miracoli che concede il Signore.
Il miracolo della “Legione Tonante”
È proprio dall’apologia che scrisse per Marco Aurelio che si ricavano elementi sulla vita dell’imperatore che solo lui narra. Scrisse quest’opera in seguito alla vittoria dell’imperatore sui guadi dell’Europa centrale nel 174. Il merito della vittoria, secondo Apollinare, era da attribuire ad miracolo avvenuto dopo le preghiere della legione.
Si trattava della XII legione composta da valorosi combattenti cristiani che pregarono con la richiesta che la guerra in corso cessasse. Le loro preghiere furono esaudite perché dal Cielo fu mandato un poderoso acquazzone che ebbe due risultati. Mentre da un lato la loro sete fu placata grazie a quell’acqua, allo stesso tempo l’acquazzone si tramutò in una tempesta che terrorizzò gli avversari.
Questi indietreggiarono per cui la guerra finì e la legione di Marco Aurelio ebbe la vittoria. Per questo episodio fu chiamata la “Legione Tonante”. Sant’Apollinare risulta come l’unica fonte a riportare questo evento. Fu molto probabilmente uno dei maggiori presuli di rilievo dell’Asia. Non si conoscono con certezza né la sua data di nascita né qualla della sua morte.
Si ipotizza che fu perseguitato per la fede e poi anche martirizzato. Viene introdotto all’interno del Martirologio Romano da Cesare Baronio che fissò la memoria liturgica l’8 gennaio, ma non sembra esserci un particolare motivo per questo. La figura di Sant’Apollinare viene ricordata in alcuni luoghi anche il 7 febbraio.