Il giorno dopo la Solennità del Sacro Cuore di Gesù si ricorda il Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria, luogo dei puri sentimenti della Madre di Dio.
La memoria liturgica del Cuore Immacolato di Maria è una festa mobile, come quella del Sacro Cuore di Gesù, che è il venerdì dopo il Corpus Domini, ed è fissata per il giorno successivo ad esso. Dopo aver ricordato la sede dell’amore divino, il cuore infatti indica sempre l’animo, si commemora e si omaggia quello materno e purissimo.
Pur essendo antica, la devozione al Cuore di Maria è stata fissata liturgicamente solo nel secolo scorso. Dal Vangelo di Luca sappiamo che la Madonna portava nel cuore tutto ciò che riguardava il grande mistero d’amore di cui è stata coinvolta dallo Spirito Santo. In due occasioni scrive che Maria conservava nel suo cuore ciò che non poteva ancora comprendere appieno.
Un cuore puro che serba tutto con cura
L’evangelista Luca narra che subito dopo la nascita di Gesù, quando i pastori giunsero riconobbero il grande evento che era avvenuto, facendosi primi annunciatori della venuta del Messia. Maria allora “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19).
La stessa azione del cuore è descritta dall’evangelista dopo il ritrovamento di Gesù, dodicenne, tra i dottori nel tempio. Quando dopo tre giorni di apprensione, Maria e Giuseppe ritrovano Gesù, ricevono una risposta che li spiazza. Lui dice di doversi occupare delle cose del Padre e anche allora Maria “serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2, 51).
Il suo cuore è stato menzionato nel Vangelo anche in un’altra occasione, quando durante la presentazione di Gesù Bambino al tempio, il profeta Simeone fece una grande predizione alla Madre del Signore. Nel riconoscere la grandezza del Bambino disse: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. (Lc 2,34). L’ovvio riferimento è al dolore che avrebbe dovuto patire nel vedere il Figlio crocifisso e morto.
La festa al Cuore Immacolato di Maria e i Cinque sabati
Nella metà del Seicento San Giovanni Eudes promotore della solennità del Sacro Cuore di Gesù, celebrava la festa liturgica del Cuore di Maria all’interno della sua Congregazione. Spiegava che l’intensione era quella di “venerare e onorare la facoltà e capacità naturale e soprannaturale di amare che la Madre dell’amore tutta impegnò nell’amare Dio e il prossimo”.
Nel 1668 ci fu l’approvazione dei testi liturgici per la celebrazione di questa festività che però rimase relegata al culto locale per quasi due secoli. Dopo le apparizioni della Madonna ai pastorelli di Fatima in cui la Vergine affermò che il Signore voleva stabilire nel mondo la devozione al suo cuore immacolato, ci fu una svolta in questa direzione.
Nel 1942 papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria e nel 1944 estese la festa a tutta la Chiesa, fissandola per il 22 agosto. Successivamente, con la riforma del calendario liturgico avvenuta con il Concilio Vaticano II si è voluto sottolineare il legame tra questa ricorrenza e quella del Sacro Cuore, e la celebrazione è stata spostata al giorno dopo quella del Sacro Cuore.
Il culto del Cuore Immacolato si è arricchito dell’aspetto riparatore, che si esprime nella devozione “dei primi Cinque Sabati del mese”. Consiste nel partecipare alla messa e fare la Comunione in stato di grazia i primi sabato di cinque mesi consecutivi. Si offre questo in riparazione per le offese al Cuore di Maria Santissima e a beneficio delle anime dei peccatori, come richiesto dalla Madonna a Santa Lucia di Fatima.
L’iconografia rappresenta il Cuore Immacolato di Maria con una corona di rose in omaggio, una spada che lo trafigge, come profetizzato da Simeone e una fiamma ardente che simboleggia il suo amore materno. Spesso è incorniciato da una corona di spine a ricordare il legame con il Figlio.