San Medardo fu un vescovo che non piegava la testa davanti ai potenti e conquistava con la sua carità anche i malfattori.
Ma non solo: fu uno dei grandi evangelizzatori della Francia. Il suo nome è invocato anche contro il mal di denti.
San Medardo, Vescovo di Noyon, in Francia, nacque intorno al 457 a Salency. In sé univa le due stirpi che fecero la storia della Francia: il padre era uno dei Franchi che avevano conquistato la Gallia insieme a re Clodoveo, la madre apparteneva invece a una famiglia gallo-romana appartenente alla nobiltà dei conquistati.
Dopo aver studiato a Viromandensium (l’attuale Saint-Quentin) ricevette l’ordinazione sacerdotale e diventò famoso per una serie di miracoli attribuitigli e per alcuni singolari atti di carità verso i ladri che lo avevano preso di mira. Al punto che si diffonderà una nomea che lo dipinge come una sorta di “protettore” dei malfattori.
A tanto infatti si era spinta la santità di Medardo («onorato e ardito» dal tedesco) che si difese dai ladri che lo perseguitavano non rendendo loro pan per focaccia ma porgendo evangelicamente l’altra guancia, facendo mostra di quella carità capace di disarmare anche il criminale più incallito.
Si racconta infatti che un giorno abbia fatto uscire dalla sua vigna un ladro che, intrufolatosi durante le ore notturne, non riusciva più a guadagnare l’uscita. Fattosi giorno, Medardo stesso lo fece uscire. Non solo senza rimproverargli alcunché, ma donandogli pure tutta la refurtiva. Di un episodio simile si renderà protagonista, parecchi secoli dopo, anche San Giovanni di Kety.
In un’altra occasione un rapinatore cercò di rubargli il miele degli alveari, ma fu sorpreso da uno sciame di api. Che lo avrebbe conciato male se il ladro non avesse invocato il nome di Medardo e il santo, accorrendo in aiuto del furfante, non lo avesse liberato dalle api inferocite con un cenno di mano.
O ancora ci fu un altro ladro che dopo avergli rubato la mucca se ne tornò alcuni giorni dopo, pentito del furto, portandosi dietro la bestiola. Il risveglio della sua coscienza era stato “aiutato”, diciamo così, dal fatto che la campanella attaccata al collo della mucca sottratta dalla stalla di Medardo non aveva cessato un attimo di suonare.
Ogni sforzo del ladro per staccarla e far smettere lo scampanellio si era rivelato inutile. Così il malfattore, intimorito e stupito, si era deciso a implorare il perdono della sua vittima, che lo aveva accolto sorridente del resto.
Non stupisce dunque che San Medardo sia riuscito, in tempo di guerra, a convincere i soldati di re Clotario a restituire le razzie che avevano fatto ai danni della popolazione conquistata.
Dopo l’elezione a Vescovo di Noyon, San Medardo legherà il suo nome all’evangelizzazione della Francia nel VI secolo. Un’opera gigantesca portata in gran parte avanti dall’apostolato di vescovi come Medardo dopo la conversione al cristianesimo del re dei Franchi, Clodoveo, grazie all’appassionata intercessione della moglie del sovrano, Santa Clotilde, e all’intervento di un altro grande pastore: il santo vescovo Remigio.
Un altro episodio importante della vita di San Medardo è legato a un’altra santa regina: Radegonda, succeduta a Clotilde sul trono dei Franchi. Radegonda, figlia del re di Turingia, era finita alla corte di re Clotario come “bottino di guerra”. Presa in moglie da Clotario, non solo si vide continuamente offesa e tradita, ma dovette anche patire l‘assassinio del fratello su volontà del marito.
Radegonda, che da tempo desiderava entrare in monastero, si presenterà a San Medardo chiedendogli di prendere i voti. Il coraggioso vescovo rischiò così di attirarsi l’ira del re e quella dei suoi feudatari che gli urlavano: «Prete, non togliere al Re colei che egli ha solennemente sposato!».
Medardo accolse ugualmente il desiderio di Radegonda di incamminarsi sulla via della perfezione. Successivamente la regina diventata monaca fonderà un monastero e un ospedale a Poitiers.
Da parte sua re Clotario non rimproverò mai il gesto di Medardo, del quale anzi sarà sempre ammiratore e amico sincero, correndo al suo capezzale nel 560 per chiedergli l’ultima benedizione. E malgrado le sue intemperanze come sovrano sarà il primo a piangere la morte del grande vescovo, insieme a tutto il popolo francese. Sempre Clotario ne porterà il corpo con tutti gli onori a Soissons dove farà innalzare a proprie spese una grande chiesa dedicata proprio a San Medardo.
San Medardo viene talvolta raffigurato con la bocca aperta e sorridente. Dopo la morte i fedeli iniziarono infatti a invocarlo come protettore contro il mal di denti. Nel corso dei secoli il nome di Medardo è stato collegato anche alla meteorologia, in linea col detto popolare secondo cui «se piove nel giorno di san Medardo (8 giugno), pioverà ancora per altri quaranta giorni».
O Dio, che hai dato al tuo popolo San Medardo vescovo , con il suo aiuto rendici forti e perseveranti nella fede, per collaborare assiduamente all’unità della Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
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