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Oggi 8 ottobre: Sant’Ugo da Genova | Tramuta l’acqua in vino come Gesù

Sant’Ugo da Genova è noto per aver compiuto dei miracoli legati all’acqua, simili addirittura a quelli di Gesù e di Mosè.

Cappellano dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (poi Cavalieri di Malta), non usò ami altre “armi” se non quelle della bontà e della carità, vivendo sempre all’insegna dell’umiltà e della mortificazione.

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Ugo nasce (sembra nel 1168) a Genova dalla nobile famiglia dei Canefri. Si sa ben poco della sua infanzia e giovinezza. Di lui, festeggiato nel capoluogo ligure, si tramanda un miracolo analogo, per certi versi, a quello di Mosè che fece scaturire acqua da una roccia, percuotendola con una verga, per dissetare Israele nel deserto del Sinai. Sant’Ugo da Genova, forse più modestamente ma certo non con minore carità, si era limitato invece a sprigionare l’acqua per permettere alle lavandaie di un ospedale di lavare la biancheria sporca dei pazienti più indigenti.

Cappellano di un Ordine cavalleresco

Sant’Ugo, vissuto dunque a Genova tra il XII e il XIII secolo, è stato cappellano dell’Ordine religioso e cavalleresco di San Giovanni di Gerusalemme. Un Ordine fondato un secolo prima per combattere contro i musulmani. Respinti dai musulmani, i cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme avevano dovuto lasciare l’Oriente  trovando rifugio prima nell’isola di Rodi, poi in quella di Malta. Da questa emigrazione nell’isola del Mediterraneo trae dunque origine il celebre Ordine dei Cavalieri di Malta.

Ugo reggeva il complesso di San Giovanni di Pré, noto come la Commenda di San Giovanni di Pré, a Genova, proprio di fronte al porto. In quanto cappellano della Commenda genovese, Sant’Ugo non userà mai armi, di difesa o di offesa. I suoi combattimenti, semmai, si svolgeranno sempre all’insegna della carità.

Il miracolo della conversione dell’acqua in vino

Così le sue preghiere, si racconta, riuscirono una volta a salvare dal naufragio una nave in pericolo al largo delle coste di Genova. O ancora si racconta di un altro suo miracolo dove avrebbe trasformato il vino in acqua in occasione di un banchetto (qui il parallelo è addirittura col miracolo delle nozze di Cana operato da Gesù).

In un secolo dove imperversava la superbia, Ugo si caratterizzò per lo spirito di penitenza e di mortificazione (portava sempre il cilicio), oltre che per la virtù dell’umiltà.

Poco distante dal porto, a Genova, c’è ancora la chiesa di San Giovanni di Prè, sulla piazzetta della Commenda, vicino alla loggia dei Commendatori Gerosolimitani. Proprio qui visse e fu sepolto Sant’Ugo, morto verso il 1230.

Emiliano Fumaneri

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Emiliano Fumaneri

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