Oggi celebriamo la compatrona d’Europa: Edith Stein, filosofa di spicco, di origini ebraiche convertita al cattolicesimo e diventata suora carmelitana.
Morirà nelle camere a gas, senza mai rinnegare il suo popolo né la verità di Cristo che aveva abbracciato molti anni prima.
Edith Stein nasce a Bratislava il 12 ottobre 1891 da una famiglia ebraica. Ultima di sette figli, ha soltanto due anni quanto rimane orfana del padre. Sarà la madre a occuparsi dell’educazione dei figli e a guidare l’azienda di famiglia.
Fin da subito si distingue per l’intelligenza lucida e brillante che favorisce un approccio di stampo razionalistico alla vita e il suo giovanile distacco dalla religione. Nel periodo dell’adolescenza Edith smette infatti di credere e di pregare. Desiderosa di conquistare la verità attraverso la conoscenza, nel 1913 scopre la filosofia a Gottinga col celebre pensatore Edmund Husserl che da poco ha avviato una nuova corrente filosofica: la fenomenologia. Un metodo filosofico nel quale Edith sembra trovare una prima risposta alla sua incessante ricerca della verità.
La scoperta della verità di Cristo
Pochi anni dopo, nel 1917, insieme alla vedova dell’amico Adolf Reinach, discepolo di prima generazione di Husserl, Edith inizia a percepire l’attrazione della verità di Cristo. Nel «legno della Croce» scopre «la luce di Cristo».
Il passo decisivo avrà luogo nel 1921. È proprio Edith a raccontare cosa accadde: «Presi casualmente un libro in biblioteca: portava il titolo Vita di Santa Teresa narrata da lei stessa. Comincia a leggere e non potei più lasciarlo finché non ebbi finito. Quando lo rinchiusi, mi dissi: “Questa è la verità”». Così la grande filosofia comprende che la verità che cerca è un Qualcuno: la persona di Gesù Cristo. Sarà sempre lei a scrivere: «Dio è la verità. Chi cerca la verità cerca Dio».
Riceve il battesimo e entra nella Chiesa cattolica il 1° gennaio 1922, senza con questo rinnegare le sue origini ebraiche. Insegnante delle domenicane di Spira, tiene numerose conferenze in Germania e in Europa sui temi dell’educazione, della donna e della vocazione. Nel 1933 le viene proibito di insegnare dalle leggi del disumano regime nazista. Edith abbraccia la vita religiosa e diventa suora carmelitana. Entra nel Carmelo di Colonia il 15 ottobre 1933 col nome di Teresa Benedetta della Croce. Riassume così la sua vocazione: «Stare davanti a Dio per tutti».
Vittima della persecuzione nazista, muore insieme a tantissimi del suo popolo
Nel 1939 viene trasferita in Olanda, paese neutrale, e entra nel Carmelo di Echt. Ma nel 1940 il Reich hitleriano invade anche i Paesi Bassi. A seguito di una protesta dei vescovi locali, tutti i cattolici di origine ebraica vengono arrestati come atto di rappresaglia contro l’episcopato olandese. È il 2 agosto 1942 quando la Gestapo bussa alla porta del Carmelo: suor Teresa Benedetta della Croce viene prelevata insieme a altri 1244 Ebrei cattolici.
Il 7 agosto, con migliaia di altri, viene stipata su un treno dalla destinazione ignota. Il 9 agosto il convoglio si ferma a Auschwitz-Birkenau. Con lei c’è la sorella Rosa, anch’essa convertita alla fede in Gesù Cristo. «Vieni, andiamo per il nostro popolo», le dice Edith nel momento estremo del martirio, prima di essere trascinata nelle camere a gas. Tempo prima aveva scritto queste parole dal sapore profetico: «Il mondo è in fiamme: la lotta tra Cristo e anticristo si è accanita apertamente, perciò se ti decidi per Cristo può esserti chiesto anche il sacrificio della vita».
Canonizzata l’11 ottobre 1998 da Giovanni Paolo II a Roma, il 1° ottobre 1999 viene dichiarata compatrona d’Europa.