Suora, mistica, veggente e stigmatizzata religiosa, depositaria di eccezionali fenomeni mistici, ha vissuto tutta la sua esistenza sotto il segno della croce.
La Beata Anna Katharina Emmerick è stata una di quelle anime che, nel chiuso delle loro stanze o della loro cella, hanno modellato la loro esistenza a imitazione di Cristo crocifisso.
Si racconta che nel 1789, mentre era assorta in preghiera in chiesa, Anna Katharina Emmerick abbia ricevuto una visione in cui Gesù le porgeva due corone. Una corona di fiori, l’altra fatta di spine come quella della Passione.
Senza tentennare, lei sceglie la corona di spine. Una scelta in cui si concentra, in un solo gesto, tutta l’esistenza e tutto l’insegnamento della Beata Anna Katharina Emmerick, abituata fin dalla fanciullezza a alzarsi di notte per andare a pregare, inginocchiata sopra uno strato di ortiche.
Costretta a uscire dal monastero
Anna Katharina Emmerick nasce a nel 1774 nel villaggio di Flamske, presso Münster, in Germania. Quinta dei nove figli di una umile famiglia contadina, lavora come domestica prima di entrare, sulla soglia dei trent’anni, nel monastero agostiniano di Agnetenberg, dove pronuncia la professione religiosa nel 1803.
Nove anni più tardi però è costretta ad abbandonare il chiostro, quando Gerolamo Bonaparte, divenuto sovrano per volere del cugino Napoleone, decreta la secolarizzazione degli ordini religiosi.
Rivive la Passione di Gesù
Da quel momento in avanti la Emmerick vivrà ritirata nella casa di una povera vedova, a Dülmen, proseguendo con la sua vita di sempre, impegnata in una incessante meditazione della Passione del Signore Gesù. E’ questo il centro costantemente al centro di ogni pensiero e di ogni desiderio di Katharina Emmerick.
Solita dormire su due tavole stese a terra, a formare una croce, avrà visioni sulla vita di Gesù e di Maria, ma soprattutto della Passione di Cristo. Al punto che, come altre grandi sante, sul suo corpo si imprimeranno i segni della Passione: le stimmate.
Le piaghe del Signore sul corpo
In quei tempi di agitazioni politiche, guerre e distruzioni, Katharina Emmerick risponderà con l’esempio di una sofferenza non solo accettata, ma perfino invocata e ricercata come strumento di redenzione per salvare le anime sofferenti e innocenti, quelle degli oppressori e dei peccatori.
Per dodici anni porterà le piaghe e il dolore di cinque ferite (alle mani, ai piedi e al costato). Malgrado il riserbo che cercò di mantenere, la sua fama si diffonderà nel mondo. Era solita esclamare continuamente: “Ti ringrazio, o Signore, per tutto il tempo della mia vita, che non è come lo voglio io, ma come lo vuoi tu”.
Muore nel 1824. Papa Giovanni Paolo II l’ha dichiarata beata il 3 ottobre 2004.