Mistica di eccezionale levatura, Santa Veronica Giuliani passò una vita nel nascondimento e solo alla morte si conobbero i doni mistici che aveva ricevuto.
Fu allora infatti che, davanti a medici e superiori, apparvero i segni straordinari che la monaca aveva ricevuto per mezzo della grazia divina.
«L‘anno 1697, il venerdì santo, la mattina vicino al giorno, trovandomi in orazione… Iddio fece penetrare nell’anima mia la grazia col darmi ì segni e i dolori che il Verbo divino aveva sofferti, per la mia redenzione… Io vidi uscire dalle sue sante piaghe cinque raggi risplendenti, e tutti vennero alla volta mia… In quattro vi erano i chiodi, e in uno vi era la lancia, come d’oro, tutta infuocata, e mi passò il cuore da banda a banda».
In questo modo suor Veronica Giuliani, la grande mistica del XVII secolo, descrive nel suo diario come il Signore le abbia manifestato il suo sconfinato amore rendendola partecipe delle sofferenze della passione.
Clarissa a diciassette anni
A quel tempo suor Veronica viveva tra le mura del monastero delle clarisse di Città di Castello. Lei però era nata a Mercatello, presso Urbino, nel 1660, settima figlia di Francesco e Benedetta Giuliani. I genitori la battezzarono col nome di Orsola, mutato in quello di Veronica quando a diciassette anni si farà monaca, a coronamento di un’infanzia caratterizzata da una fervente pietà.
La severissima regola delle clarisse prevedeva preghiera, silenzio e nascondimento al fine di consacrare totalmente la propria vita a Dio e ai fratelli. A quella regola ascetica Veronica si adeguò con zelo e ardore generosi. Una generosità che Dio ricambiò donandole eccezionali slanci mistici che finiranno per trascinare la giovane Giuliano nell’infuocato vortice dell’amore divino.
E pensare che di quella incredibile esperienza mistica non sarebbe rimasta traccia alcuna se il confessore di suor Veronica, conscio dell’eccezionalità di quanto sta accadendo alla giovane monaca, non le avesse ordinato di scrivere su un diario, ogni giorno, i suoi slanci, le ispirazioni, le preghiere, le gioie e i dolori.
Una vita fatta di nascondimento
Veronica obbedirà a quanto chiestole dal confessore trascrivendo la sua esperienza in maniera semplice all’interno di numerosissime pagine di diario (alla fine saranno quarantaquattro volumi molto fitti). Ne uscirà un vero e proprio «tesoro nascosto» che appartiene di diritto alla già ricchissima storia della mistica. Sulle stigmate Santa Veronica Giuliani scrive: «Quando vidi queste stigmate esteriori, io piansi molto e con tutto il mio cuore pregai il Signore di volerle nascondere agli occhi di tutti».
Il Signore la esaudisce: molti (comprese le sue consorelle) sapranno della sua eccezionale vicenda spirituale soltanto dopo la sua morte, il venerdì 9 luglio del 1727, al termine di 33 giorni di malattia. Sul corpo della mistica erano ancora visibili i segni della passione. All’autopsia il suo cuore manifestò la presenza di una trafittura che lo trapassava da parte a parte.