E’ in assoluto una delle più importanti mistiche della storia della Chiesa. Ha vissuto innumerevoli esperienze, dalle visioni alle estesi, sino al dono delle Stimmate. Una vita straordinaria, vissuta nella piena contemplazione di Cristo sin dalla più tenera età.
Le sono apparsi sia Gesù che Maria. Ma il dono più grande lo ha con il sigillo segno della Passione del Signore.
In questo nono giorno del mese di luglio, la Chiesa venera Santa Veronica Giuliani. Clarissa francescana, vissuta tra la fine del 1600 e gli inizi del 1700. Badessa e mistica, nata nel ducato di Urbino, a 17 anni entra nell’ordine delle Clarisse e cambia il suo nome in Veronica, in ricordo di colei che asciugò il volto di Cristo durante la sua salita al Calvario sotto il peso della Croce.
Una fede nata sin da bambina, quando racconta di esser tanto attratta dalle immagini di Maria con il Bambino Gesù, “da volersi loro avvicinare e dargli un bacio”. Un desiderio forte quello di consacrarsi a Cristo maturato già in tenera età.
Dalla sofferenza del padre, il quale piange “perché la figlia si togliesse dalla testa quel pensiero”, ma nulla può scalfire la sua fede ed il suo esser sempre vicina a Gesù.
Il suo entrare nelle Clarisse, il suo esser stata per 30 anni maestra delle novizie…ma tutto questo non le impedisce di approfondire la preghiera e la contemplazione: “Signore, non tardare oltre: crocifiggimi con Te! Dammi le tue spine, i tuoi chiodi: ecco le mie mani, i miei piedi e il mio cuore! Feriscimi, Signore” – prega.
La giovane, già prima di diventare suora, ha avuto delle visioni di Gesù e della Madonna. Ma la sua attività mistica si concretizza a partire dal 1694, quando il suo corpo riceve il dono delle Stimmate di Gesù.
“Sposa mia – mi sussurra Cristo crocifisso –, mi sono gradite le penitenze che fai per chi è in disgrazia davanti a me… Poi, schiodando un braccio dalla croce, mi fece cenno di avvicinarmi al suo costato… E mi trovai tra le braccia di Cristo crocifisso. Quello che ho provato allora non riesco a raccontarlo: sarei voluta rimanere per sempre sul suo santissimo costato” – scrive in una sorta di Diario, fatto di 40 volumi, dove si racconta la sua esperienza mistica.
Dal trono di gloria ove per la pianezza dei meriti foste sublimata, nostra amabile Santa Veronica, degnatevi ascoltare la umile e fervente preghiera che, stretti dalla tribolazione, vi rivolgiamo.
Lo Sposo divino che tanto amaste e per il quale tanto soffriste ascolterà un solo palpito del vostro cuore che tante volte avvicinò al Suo e un semplice gesto della vostra mano, come la Sua, ferita dalle stimmate della passione.
Dite voi al Signore le grandi necessità dell’anima nostra, tanto spesso arida, tentata e indolente. Dite quello che ci angustia in questo momento…
Ditegli come un giorno: “Signore, con le vostre stesse ferite v’invoco; con il vostro stesso amore; se le grazie chieste verranno ad accrescere questo Vostro amore in chi lo aspetta, ascoltatemi, o Signore, esauditemi, o Signore”.
O cara Santa, vera immagine del Crocefisso, la vostra preghiera non sarà delusa, e noi, ancora una volta, potremo benedire il vostro nome ed il vostro patire che vi dette tanta luce di gloria e tanta potenza d’intercessione.
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