Le sue profezie hanno una natura messianica, cioè preannunciano la venuta del Messia. Egli viene infatti mandato a rivelare al popolo d’Israele la salvezza del Signore a compimento della promessa fatta da Dio.
E’ uno dei quattro maggiori profeti biblici, al quale viene attribuito il libro di Isaia. Considerato insieme a Elia uno dei profeti più importanti di tutta la Bibbia, gli succederanno Geremia, Ezechiele e Daniele.
In questo nono giorno del mese di maggio, la chiesa venera Sant’Isaia profeta. Mentre in altri profeti, come ad esempio Geremia o Osea, le vicende personali sono legate strettamente al messaggio che trasmettono e quindi vengono riportate nei rispettivi libri, in Isaia prevale l’aspetto più visionario, politico e poetico dell’essere profeta.
Nel suo libro si accenna a due figli con nomi simbolici, e ad una moglie chiamata profetessa, non si sa bene se perché dotata dello stesso carisma del marito o solo perché sua moglie.
Figlio di Amoz, Isaia nasce intorno al 765 a.C. Nel 740 a.C., anno della morte del re Ozia, ha nel Tempio di Gerusalemme una visione in cui il Signore lo invia ad annunciare la rovina di Israele.
Vive in un periodo di forti tensioni sociali e politiche durante le quali Israele è sotto la costante minaccia di un’invasione assira. Il peso politico datogli dal suo essere profeta lo rende un personaggio molto in vista nel suo tempo e la sua vicinanza alla corte di Gerusalemme lo fanno ritenere da alcuni appartenente ad una famiglia aristocratica.
La sua attività politica e profetica è costantemente impegnata a denunciare il degrado morale portato dalla prosperità del paese. Egli tenta di impedire ogni alleanza militare con altri paesi indicando come unica strada la fiducia in Dio.
Di Isaia si perdono le tracce nel 700 a.C.: secondo una tradizione ebraica, è arrestato e condannato a morte sotto il Re Manasse. Secondo i Vangeli apocrifi, invece, viene segato in due.
Nel libro di Isaia si trovano molti passi che nella tradizione cristiana sono stati letti come riferimenti a Gesù di Nazaret. Lo stesso Gesù, secondo quanto riportato nel Vangelo di Luca, sceglie un brano di Isaia per iniziare la sua predicazione.
Molti hanno identificato l’Emmanuele del Capitolo 7 del Libro di Isaia come un appartenente alla sua famiglia, mentre il Capitolo 11 dice che l’Emmanuele è di discendenza davidica.
Colonne della Chiesa, pietre vive!
Profeti di Dio, grido del Verbo!
Benedetti i vostri piedi, perché sono venuti
ad annunciare la pace al mondo intero.
In piedi nel crocevia della vita,
dell’uomo pellegrino e dei popoli,
portate l’acqua di Dio agli stanchi,
la fame di Dio portate agli affamati.
Di porta in porta va il vostro messaggio
che è Verità, è Amore, è Vangelo.
Non temete, peccatori, perchè le Sue mani
sono carezze di pace e consolazione.
Grazie, Signore, perchè il pane della tua parola
ci è donato per tuo amore, pane vero;
grazie, Signore, perchè il pane di vita nuova
ci è donato per tuo amore, spezzato per noi. Amen
Sant’ Isaia, prega per noi.
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